Iraq, attentato contro militari italiani: amputata una gamba ad un sottufficiale
Attentato esplosivo alle 11.30 locali contro militari italiani nel nord dell’Iraq, su una strada vicino a Kirkuk. Cinque i feriti, tre gravi: un giovane ufficiale della Marina ha perso alcune dita di un piede, un sottufficiale dell’esercito ha gravissime lesioni a entrambe le gambe, che sono state parzialmente amputate, e un terzo militare ha riportato un’emorragia interna. L’ambasciatore italiano in Iraq, Bruno Antonio Pasquino, nel corso di un collegamento con RaiNews24 ha assicurato che il loro rientro in Italia sarà organizzato «il primo possibile», «una seconda delle loro condizioni». Tra due giorni, il 12 novembre, cade il 16esimo anniversario dell’attentato di Nassiriya, in cui morirono 19 italiani: era il 2003.
La dinamica dell’attentato
Lo Stato Maggiore della Difesa ha fatto sapere che l’attentato è avvenuto a Palkana, a sud di Erbil verso Kirkuk, quando un ordigno esplosivo rudimentale (Ied), è detonato al passaggio di un team misto di Forze speciali italiane in Iraq, che stava rientrando alla base dopo aver svolto attività di addestramento («mentoring and training») in favore delle forze di sicurezza irachene impegnate nella lotta all’Isis. In particolare, stando a quanto riferisce l’Ansa, i militari in questione erano impiegati in attività di supporto a un’unità di Peshmerga, le forze militari del Kurdistan iracheno. Il generale Marco Bartolini, ex comandante della Folgore e del contingente italiano in Afghanistan ed ex capo delle forze speciali italiane, ha commentato: «I militari che operano sul campo sono persone preparate, ma in quelle situazioni, e soprattutto contro gli Ied, non esiste una contromisura che garantisca la sicurezza assoluta».
Chi sono i militari feriti
Si tratta di tre incursori della Marina (appartenenti al Goi, il Gruppo operativo incursori) e due dell’Esercito (Nono Reggimento d’assalto paracadutisti «Col Moschin»).
Cosa sono gli ordigni “Ied”
L’episodio sintetizza impegni e pericoli per i nostri soldati schierati nelle missioni di addestramento e assistenza a paese alleati, dal Medio Oriente all’Africa. Gli ordigni esplosivi – noti come IED – rappresentano una minaccia costante e grave. I gruppi guerriglieri li usano a tutte le latitudini, modificandoli per rispondere alle contromisure attive e passive adottate dagli eserciti. Questo tipo di armi sono uno dei nemici più insidiosi: chi li prepara ha bisogno di poco, l’impatto è elevato. Il ricorso da parte dell’esercito a mezzi adeguati – come il Lince – ha permesso di contenere i danni. Poche settimane fa un convoglio multinazionale del quale facevano parte anche soldati italiani è stato preso di mira dai guerriglieri qaedisti somali Shebab. Per fortuna l’attentato non ha avuto conseguenze gravi. Anche in questo caso il personale italiano era presente per un’operazione di training.
«Vicinanza e sostegno»
Le famiglie dei militari sono state informate. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini sta seguendo «con attenzione e apprensione» gli sviluppi dell’attentato avvenuto in Iraq. Il ministro, viene sottolineato alla Difesa, «in queste ore di preoccupazione, esprime la più profonda vicinanza alle famiglie e ai colleghi dei militari coinvolti». La presidenza della Repubblica ha comunicato che il presidente Mattarella, appresa la notizia del «gravissimo attentato», ha fatto pervenire un messaggio di solidarietà per i militari rimasti feriti. Anche il Presidente del Consiglio Conte, che sta seguendo «costantemente e con attenzione» gli aggiornamenti sullo stato di salute dei militari coinvolti, ha espresso vicinanza ai feriti e alle loro famiglie. Un pensiero anche dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che su Facebook ha scritto: «Sto seguendo con dolore e apprensione quel che è accaduto in Iraq ai nostri militari, coinvolti in un attentato. I nostri ragazzi erano impiegati in attività di formazione delle forze di sicurezza irachene impegnate nella lotta all’Isis». Il Capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale Salvatore Farina, a nome della Forza armata, esprime «vicinanza e sostegno ai feriti e alle loro famiglie», riporta un tweet dell’Esercito.
Corriere della Sera