INGIUSTA DETENZIONE PER UN FINANZIERE. CASSAZIONE APRE AL RISARCIMENTO
Con una sentenza della Cassazione si riapre una battaglia legale tutta interna agli organismi giudiziari del ponente ligure.
La Corte d’Appello di Genova dovrà nuovamente pronunciarsi sulla richiesta di un sottufficiale della guardia di finanza di Sanremo, Rocco Anobile, che venne arrestato (per essere poi assolto con formula piena) nel 2011 con l’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio. La sua richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione era stata respinta dalla Corte d’Appello di Genova ma ora la Cassazione ha stabilito che dovrà esserci una nuova valutazione da parte dei giudici genovesi.
Questo perché nelle motivazioni con cui venne respinta la richiesta, non veniva chiaramente motivato un passaggio fondamentale, ovvero se nei due distinti pronunciamenti, quello del gip che ne autorizzò l’arresto e la sentenza con cui venne assolto “sia avvenuto sulla base degli stessi elementi che aveva a disposizione il giudice della cautela oppure se esso si sia basato su elementi diversi”.
La questione non è di poco conto perché Anobile ha sempre sostenuto che l’allora procuratore capo di Sanremo Roberto Cavallone e il pm Marco Zocco nascosero ai colleghi della procura di Genova che istruirono l’inchiesta per questioni di competenza, alcune informazioni fondamentali: in particolare il fatto che Anobile avesse diritto ad accedere al Re.Ge. (Registro generale notizie di reato) come espressamente disposto da una circolare del procuratore capo Cavallone. La denuncia penale nei confronti di Cavallone e Zocco è stata archiviata dai pm di Torino che non hanno rilevato nessun comportamento illecito da parte dei colleghi.
Ora, con il “vizio di motivazione” rilevato dalla Cassazione per Anobile si riapre la possibilità di ottenere un risarcimento per ingiusta detenzione in fase di indagini.