Inadempimenti INPS: Crosetto conferma mancati pagamenti alle pensioni dei militari
In seguito alle denunce dell’Associazione Sindacale Professionisti Militari (ASPMI), emerge che i militari in congedo per riforma non ricevono una parte della pensione spettante dall’INPS. Il sindacato afferma che nel maggior numero dei casi « si tratta di malattie che non permettono di avere una tale lucidità mentale utile ad accorgersi immediatamente del maltolto ».
Questa questione, che perdura da anni secondo le notizie riportate dalla stampa, ha sollevato preoccupazione tra i militari e l’onorevole Stefano Graziano (PD) ha posto un’interrogazione al Ministro della Difesa per ottenere chiarimenti sul tema e individuare possibili soluzioni a favore dei militari coinvolti.
Situazione attuale e quadro normativo
L’ASPMI ha evidenziato che l’INPS non effettua il pagamento di tre mensilità di pensione ai militari congedati a causa di malattie o incidenti sul lavoro. Secondo quanto indicato dalla ASPMI nella lettera indirizzata al Ministro della Difesa Crosetto, queste persone avrebbero diritto al calcolo della tredicesima mensilità per intero. Tuttavia, questo diritto non viene applicato ai militari in quiescenza.
“Ad aggravare la questione è il fatto che i ratei della tredicesima devono essere corrisposti entro l’anno in cui sono stati maturati, questo perché devono far parte dei redditi dell’anno e quindi sottostare all’applicazione della tassazione annua corrente, la quale fino al 2021 era del 38 per cento, e successivamente diminuita al 35 per cento. Inoltre, il mancato pagamento entro i termini di legge del compenso configura anche un danno economico certo per lo Stato, che è pari alla differenza tra tassazione corrente e tassazione separata ovvero tra aliquota massima ed aliquota media.”
Risposta del Ministro e azioni proposte
Crosetto ha confermato la problematica. Nonostante le disposizioni normative, l’INPS ha riscontrato difficoltà applicative nel determinare e erogare le somme appropriate ai militari interessati. Queste difficoltà derivano dal fatto che i benefici pensionistici aggiuntivi potrebbero richiedere una valutazione successiva al momento del congedo, in quanto le malattie potrebbero non essere immediatamente riconosciute come correlate al servizio.
Il Ministero della Difesa ha avviato già da tempo incontri periodici con i vertici dell’INPS, compresi i rappresentanti della Direzione centrale pensioni e della Direzione centrale entrate. Riconoscendo l’importanza della questione, si prevede di approfondire ulteriormente l’argomento in collaborazione con le articolazioni competenti del Ministero della Difesa, all’interno di un tavolo tecnico sulla previdenza sociale.
La mancata erogazione di una parte della pensione ai militari in congedo che affrontano gravi malattie o lesioni rappresenta un problema preoccupante che richiede un’attenzione e una risoluzione tempestive. Il dialogo in corso tra il Ministero della Difesa e l’INPS dimostra l’impegno nel affrontare la questione e individuare soluzioni equilibrate a favore dei militari meritevoli. Si auspica che attraverso le discussioni del tavolo tecnico proposto si possa giungere a una soluzione complessiva per garantire i legittimi benefici a questi individui che hanno dedicato la loro vita al servizio della nazione.
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