Il Libano si trova “sull’orlo del baratro”, avverte il segretario generale dell’ONU Guterres
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato con forza le operazioni delle Forze armate israeliane in Libano. Nel suo intervento di apertura della 79esima sessione dell’Assemblea generale delle ONU, Guterres ha affermato che il Libano si trova “sull’orlo del baratro”, esprimendo il timore che diventi “un’altra Gaza”, in riferimento alla guerra in corso ormai da un anno nell’enclave palestinese lanciata da Israele dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023.
Secondo il ministero della Sanità libanese, gli intensi attacchi israeliani che da ieri non danno tregua alla popolazione del sud del Libano e nella valle della Bekaa hanno provocato finora la morte di 558 persone, tra cui 50 bambini e
Il bilancio delle vittime è destinato ad aumentare, considerando che lo Stato ebraico è intenzionato a proseguire le operazioni militari contro i siti controllati dal movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah che sta rispondendo agli attacchi con una pioggia di razzi verso il nord di Israele.
Secondo le Forze di difesa israeliane, il gruppo sciita guidato da Hassan Nasrallah la lanciato oltre 100 razzi contro le città del nord di Israele tra cui Haifa, Safed, Nazareth e Yokne’am.
“Gaza è un incubo permanente che minaccia di trascinare l’intera regione nel caos, a cominciare dal Libano. Il popolo libanese, il popolo israeliano e i popoli del mondo non possono permettere che il Libano diventi un’altra Gaza”, ha affermato Guterres. “Dovremmo essere tutti allarmati da questa escalation. Il Libano è sull’orlo del collasso”, ha affermato.
Sempre all’Assemblea generale dell’ONU, anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha sollecitato una soluzione diplomatica mentre Israele attacca obiettivi di Hezbollah, mettendo in guardia contro una “guerra su vasta scala” in Libano.
“Una guerra su vasta scala non è nell’interesse di nessuno. Anche se la situazione è peggiorata, una soluzione diplomatica è ancora possibile”, ha detto Biden in un discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Biden ha inoltre esortato Israele e Hamas a finalizzare una proposta di cessate il fuoco avanzata mesi fa, dichiarando alle Nazioni Unite il suo impegno a porre fine alla guerra di Gaza.
“Ora è il momento per le parti di definire i termini”, ha affermato in merito all’accordo mediato da Stati Uniti, Qatar ed Egitto.
L’accordo “riporterà a casa gli ostaggi e garantirà la sicurezza di Israele e Gaza libere dalla morsa di Hamas, allevierà le sofferenze a Gaza e porrà fine a questa guerra”, ha detto Biden all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Israele annuncia l’uccisione del comandante dell’unità missilistica di Hezbollah
Nonostante gli appelli delle Nazioni Unite a porre fine agli attacchi in Libano, Israele afferma di voler proseguire la sua guerra mirata a sradicare Hezbollah e a distruggere il suo arsenale missilistico. In un messaggio video il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato martedì che Israele continuerà a colpire Hezbollah in Libano.
“Continueremo a colpire Hezbollah. E dico al popolo libanese: la nostra guerra non è contro di voi, la nostra guerra è contro Hezbollah”, ha detto Netanyahu, sottolineando che chi “tiene un missile nel salotto non avrà una casa” in riferimento ai rapporti delle Forze di difesa israeliane secondo cui Hezbollah nasconde il proprio arsenale nelle abitazioni civili.
I raid odierni hanno portato all’uccisione di un altro esponente di spicco di Hezbollah, Ibrahim Muhammad Qabisi, comandante della Forza missilistica del gruppo sciita, la cui morte giunge pochi giorni dopo quella del leader della forza d’élite Radwan, Ibrahim Aqil.
I raid israeliani non risparmiamo nemmeno gli operatori ONU
I raid israeliani non hanno risparmiato nemmeno il personale ONU impiegato in Libano. L’Ufficio dell’Alto commissariato per i rifugiati (UNHCR) si è detto “indignato e profondamente rattristato dalla morte di due amati membri della famiglia dell’UNHCR in Libano”, Dina Darwiche e Ali Basma.
“Dina Darwiche ha lavorato per dodici anni per l’UNHCR nell’ufficio dell’UNHCR nella Bekaa”, ha affermato l’agenzia delle Nazioni Unite in un comunicato stampa. “L’edificio dove vivevano Dina, suo marito e i loro due figli piccoli è stato colpito ieri da un missile israeliano. I corpi di Dina e del figlio più giovane sono stati ritrovati tragicamente oggi”. Secondo l’UNHCR, suo marito e uno dei suoi figli sono ricoverati in ospedale e riportano gravi ferite.
L’UNHCR continua: “Ali Basma ha lavorato presso l’ufficio dell’UNHCR a Tiro per sette anni. Era stato assunto tramite un’impresa di pulizie incaricata dall’agenzia e da allora faceva parte della famiglia dell’UNHCR a Tiro. La sua morte è stata confermata il 23 settembre ed è stato sepolto questa mattina”.
“La protezione dei civili è imperativa (…). Chiediamo a tutte le parti di proteggere i civili, compresi gli operatori umanitari, in conformità con il diritto umanitario internazionale”, ricorda l’agenzia ONU.