Polizia

Il Governo risponde sul caso Pisani: la versione del Viminale sul Capo della Polizia

Il capo della Polizia verso un passo di lato?

Il futuro di Vittorio Pisani alla guida della Polizia di Stato appare sempre più incerto. Secondo indiscrezioni raccolte da ambienti istituzionali, l’ex superpoliziotto napoletano potrebbe lasciare l’incarico con una “formula morbida”, magari trasferendosi in un’altra posizione ancora non definita.

Una riflessione in corso, quella di Pisani, che coinvolge “ministri e fedelissimi”, e che è diventata tema di confronto tanto nelle riunioni ufficiali quanto nei salotti informali di potere. Sullo sfondo, però, si agita anche un’altra questione: il controverso riconoscimento dello status di vittima del dovere, che gli aprirebbe la strada a un assegno vitalizio e benefici fiscali.

La richiesta di vitalizio e l’interrogazione parlamentare

Tutto parte da un’inchiesta del quotidiano Domani, che ha sollevato il caso. Il fatto è ormai approdato in Parlamento con l’interrogazione a risposta scritta presentata dall’on. Devis Dori – Alleanza Verdi e Sinistra, rivolta ai ministri del Lavoro e dell’Interno.

L’oggetto? Una richiesta avanzata da Pisani nel 2023 per ottenere lo status di “vittima del dovere”, in relazione a un incidente risalente al 1996, quando “nel corso di una perquisizione presso l’abitazione del capo clan camorristico Vincenzo Mazzarella, il dottor Pisani riportava la doppia frattura di Colles al polso destro”.

Il Viminale ha confermato ogni passaggio della vicenda: “Il prefetto Vittorio Pisani ha presentato al Dipartimento della Pubblica Sicurezza un’istanza per il riconoscimento dello status di vittima del dovere ai sensi della legge 266 del 2005”.

Il lungo iter medico-amministrativo

La vicenda assume contorni tecnici ma rivelatori. Pisani aveva già ottenuto nel 2008 il riconoscimento di causa di servizio con invalidità tra l’11 e il 20 per cento. Ma nel 2023, quando era vice direttore dell’Aisi, ha presentato una nuova istanza per aggravamento, corredata da referti diagnostici e relazioni mediche.

Il passaggio chiave? La visita medica “di carattere istruttorio” effettuata direttamente presso l’ufficio del dottor Pisani da un medico legale della Polizia, evento tutt’altro che consueto.

Ma qualcosa non ha funzionato. Il Viminale ammette:

Il provvedimento della commissione presentava un vizio formale […] la commissione aveva erroneamente operato nella composizione di cinque membri, prevista per le vittime del terrorismo, anziché quella di tre per le vittime del dovere”.

Così si è dovuto ricominciare da capo. La nuova visita, effettuata presso la Cecchignola il 28 ottobre 2024, ha portato a una decisione unanime:

Riconosciuta un’invalidità permanente pari al 25 per cento”.

Benefici economici e tempi dilatati

Con questa percentuale di invalidità, Pisani avrebbe diritto a una speciale elargizione una tantum e un assegno vitalizio mensile di 1.033 euro, più un secondo assegno da 258 euro mensili retroattivo dal 2004.

Ma c’è un dettaglio decisivo:

Il procedimento amministrativo è ancora in via di definizione” – spiega il Sottosegretario Nicola Molteni – e la posizione del prefetto Pisani non risulta inserita nella graduatoria nazionale”.

Una puntualizzazione che lascia intendere che i benefici economici non siano ancora stati effettivamente liquidati.

Chi sono le “vittime del dovere”?

La legge 266/2005 riconosce lo status di “vittima del dovere” ai dipendenti pubblici feriti o deceduti durante operazioni di servizio, spesso in ambito di ordine pubblico, criminalità o terrorismo. I beneficiari riconosciuti finora sono:

  • Circa 3.200 dalla Polizia di Stato
  • 4.900 dal Ministero della Difesa
  • Oltre 1.000 per criminalità organizzata e terrorismo

Il portale dedicato, recentemente informatizzato, ha semplificato le pratiche, ma i tempi restano lunghi: oltre sei mesi, spesso più di un anno. E in alcuni casi – come quello Pisani – si superano abbondantemente i 24 mesi.


Pressioni sul Viminale: ora servono parole chiare

La lettera inviata al ministro dell’Interno da FSP Polizia di Stato, rappresenta un segnale di allarme che il Governo non può più ignorare. Dopo settimane di silenzi e reticenze, la richiesta è cristallina: serve una presa di posizione chiara, inequivocabile, pubblica. “Non si può restare inerti dinanzi allo stillicidio di notizie e indiscrezioni”, scrive il sindacato, mettendo in evidenza i rischi concreti di demotivazione e disorientamento nelle fila della Polizia di Stato.

La tensione cresce ogni giorno. E se fino a ora Palazzo Chigi ha preferito evitare commenti diretti, il fronte interno delle forze dell’ordine – compatto, visibile, irritato – si aspetta una risposta: o una rinnovata fiducia esplicita nel prefetto Pisani, oppure una decisione politica trasparente sul suo futuro.

In gioco non c’è solo la figura del Capo della Polizia, ma la credibilità dell’intera catena di comando in un momento storico attraversato da emergenze interne e pressioni internazionali. Il sindacato lo dice senza giri di parole: “Qualora le indiscrezioni avessero un qualche fondamento, è necessario procedere con la dovuta rapidità e trasparenza”.

Non si tratta più di vitalizi o carte mediche, ma di una crisi istituzionale che rischia di riflettersi sull’efficienza operativa di un corpo che rappresenta una colonna portante della sicurezza nazionale. Ed è per questo che, a oltre due anni dall’avvio della procedura per lo status di ‘vittima del dovere’ – e a pochi giorni dalla risposta ufficiale del Governo in Parlamento – il caso Pisani è tutt’altro che chiuso. Anzi, è più che mai un nodo politico da sciogliere.

Infodifesa è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale

Cosa Aspetti? Al costo di meno di un caffè al mese potrai leggere le nostre notizie senza gli spazi pubblicitari ed accedere a contenuti premium riservati agli abbonati – CLICCA QUI PER ABBONARTI

error: ll Contenuto è protetto