Marina militare

IL DUAL USE DELLA MARINA MILITARE: RIMOZIONE DEL GUANO IN CASERMA. GUAI DISCIPLINARI PER UN GRADUATO PREOCCUPATO PER SALUTE DEI COLLEGHI

Alcuni Graduati della Marina Militare, il mese scorso, sarebbero stati impiegati in una delicata operazione di pulizia e rimozione di guano sedimentato misto ad acqua e stratificato in alcuni balconi degli alloggi di passaggio del comprensorio logistico abitativo di Santa Rosa.

E’ quanto si apprende da un delibera del Co.Ce.R. Marina Militare che, in data 29 ottobre 2018, ha stigmatizzato l’accaduto sottolineando che le “attività di rimozione di rifiuti classificabili come speciali da parte del personale dipendente – come ad esempio la rimozione del guano – portano con se risvolti di preoccupazione sulla salute dei colleghi coinvolti”. L’intervento del Co.Ce.R. è conseguente alla preoccupazione destata da un delegato del Co.Ba.R. della caserma “ripulita” in merito alla rimozione degli escrementi dei volatili, trattandosi, infatti, di rifiuti speciali sarebbe dovuta avvenire secondo le norme stabilite dalla legge, con le adeguate protezioni ed, in mancanza di queste, da una ditta preposta alla rimozione ed allo smaltimento del guano.

In realtà pare che il graduato e delegato Co.Ba.R. che ha sollevato la questione sia stato destinatario, invece, di un rapporto disciplinare a fronte della cattiva rimozione e conservazione di rifiuti speciali. In effetti lavori delicati, specifici ed eventualmente pericolosi, possono avere una ratio durante la navigazione, in esercitazione od in missione dove gli equipaggi devono essere, e sono, sussistenti a stessi, ovviamente previa certificazione di addestramento. E’ invece meno comprensibile la situazione descritta dal Co.Ce.R. Marina Militare poiché sulla “terraferma” e, quindi, in assenza di contingenza emergenziale nel supporto logistico della sede più operativa della Marina Militare si può, e si dovrebbe, ricorrere agevolmente a ditte specializzate nella rimozione del guano, le cui modalità di smaltimento, nella circostanza descritta dal Co.Ce.R., sono a noi ignote, ma si auspica siano state seguite tutte le procedure previste dalle norme vigenti (smaltimento dei rifiuti speciali compreso) e sicuramente cristallizzate in un ordine del giorno.

Alla fine non ci resta che chiederci se questo tipo di “professionalizzazione” è il Dual Use decantato dalla Difesa e verso cui protendono le Forze Armate nel nostro Paese.

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