Il carabiniere killer depresso ma armato: indagine sulla pistola con cui ha ucciso il rivale in amore e ferito la ex
Era depresso ma armato. Da tre anni era in cura, ma diceva di essere guarito. Da venti giorni però Giuseppe Molinaro, il carabiniere che martedì a Suio Terme ha ucciso il suo rivale in amore e ferito la donna contesa, era di nuovo in malattia ma nessuno ha ritenuto di dovergli chiedere di consegnare l’arma d’ordinanza e di requisirgli le altre armi che gli sono state trovate a casa. Ora però, la Procura di Cassino, che sta indagando sull’omicidio di Giovanni Fidaleo e sul tentato omicidio di Miriam Mignano ha deciso di vederci chiaro e di indagare su questo drammatico risvolto della sparatoria di Suio.
Già da lunedì partirà l’indagine per chiarirlo. Bisogna capire se il carabiniere era in malattia per la sua depressione o per un’altra patologia. E, nel primo caso, perché nessuno nella sua nuova sede di servizio in Campania abbia ritenuto di fargli consegnare l’arma d’ordinanza. La stessa arma con cui martedì è andato a Suio e con cui ha sparato otto colpi. Il militare infatti era in cura da tre anni da una psicologa, proseguendo un percorso avviato nel 2020 presso il servizio di psichiatria e psicologia militare dell’Arma dei Carabinieri di Roma per i problemi di salute manifestatisi dopo la prematura scomparsa della madre, che gli avevano causato uno stato depressivo. Molinaro era stato seguito dalla psicologa Onesta D’Angelo di Teano, la stessa a cui si è presentato martedì pomeriggio sconvolto dopo essere fuggito da Suio.