IL CAPO DELLA POLIZIA INDAGA SULLA POLO INDOSSATA DA SALVINI:”VIETATO MANIFESTARE IN DIVISA”
(di
Silvia Mancinelli) – Galeotta
fu la maglietta. Salvini e Tonelli come già il premier Renzi. Ma stavolta il capo della Polizia dice no e la
polemica per quel pezzo di divisa indossato durante la manifestazione in piazza
Montecitorio, giovedì mattina, rischia di arroventarsi.
Silvia Mancinelli) – Galeotta
fu la maglietta. Salvini e Tonelli come già il premier Renzi. Ma stavolta il capo della Polizia dice no e la
polemica per quel pezzo di divisa indossato durante la manifestazione in piazza
Montecitorio, giovedì mattina, rischia di arroventarsi.
«Ma io
me lo auguro – commenta Gianni Tonelli, segretario generale del Sap – così
veramente sarò in grado di far vedere che il Re è nudo. In un Paese in cui
l’apparato sicurezza è al collasso, si indaga su una maglietta».
me lo auguro – commenta Gianni Tonelli, segretario generale del Sap – così
veramente sarò in grado di far vedere che il Re è nudo. In un Paese in cui
l’apparato sicurezza è al collasso, si indaga su una maglietta».
Casus
belli la polo della Polizia di Stato indossata dallo stesso Tonelli e dal
leader della Lega Matteo Salvini nella protesta contro il blocco contrattuale
organizzata da diverse sigle sindacali. È infatti vietato al personale della
Polizia di manifestare in divisa o con distintivi. Per questo il prefetto Pansa
ha dato mandato ai suoi uffici di verificare se le magliette indossate dagli
appartenenti ad alcune sigle sindacali del comparto sicurezza in piazza giovedì
siano contraffatte o appartengano a uniformi.
belli la polo della Polizia di Stato indossata dallo stesso Tonelli e dal
leader della Lega Matteo Salvini nella protesta contro il blocco contrattuale
organizzata da diverse sigle sindacali. È infatti vietato al personale della
Polizia di manifestare in divisa o con distintivi. Per questo il prefetto Pansa
ha dato mandato ai suoi uffici di verificare se le magliette indossate dagli
appartenenti ad alcune sigle sindacali del comparto sicurezza in piazza giovedì
siano contraffatte o appartengano a uniformi.
«Quale
miglior modo di distogliere l’attenzione su un successo innegabile se non
quello di creare una polemica ad arte? – si chiede Tonelli -. Applicando in
maniera strumentale la norma che vieta al personale di manifestare in divisa,
si vogliono colpire disciplinarmente coloro che hanno protestato con una
maglietta acquistata su internet e che da sola non costituisce certo la
“uniforme” in senso stretto. Non
potendo sanzionare Salvini, si vorrebbe punire chi da un anno e mezzo protesta
per i tagli e le razionalizzazioni.
miglior modo di distogliere l’attenzione su un successo innegabile se non
quello di creare una polemica ad arte? – si chiede Tonelli -. Applicando in
maniera strumentale la norma che vieta al personale di manifestare in divisa,
si vogliono colpire disciplinarmente coloro che hanno protestato con una
maglietta acquistata su internet e che da sola non costituisce certo la
“uniforme” in senso stretto. Non
potendo sanzionare Salvini, si vorrebbe punire chi da un anno e mezzo protesta
per i tagli e le razionalizzazioni.
La
risposta alle “indagini” del numero uno della Polizia di Stato ha
avuto un’immancabile reazione anche sui social network, dove una foto di Renzi
in mimetica con lo scratch dedicato è stata accostata a quella del leghista con
la polo della Polizia.
risposta alle “indagini” del numero uno della Polizia di Stato ha
avuto un’immancabile reazione anche sui social network, dove una foto di Renzi
in mimetica con lo scratch dedicato è stata accostata a quella del leghista con
la polo della Polizia.
«Caro
Matteo (Salvini) – si legge nella didascalia – non hai imparato la lezione del
maestro Matteo (Renzi). La maglietta non te la dovevi far regalare dai
poliziotti, che a loro volta l’hanno acquistata a libero mercato con i propri
soldi. Te la dovevi far regalare dal Viminale, a spese del contribuente e
personalizzata col nome!».
Matteo (Salvini) – si legge nella didascalia – non hai imparato la lezione del
maestro Matteo (Renzi). La maglietta non te la dovevi far regalare dai
poliziotti, che a loro volta l’hanno acquistata a libero mercato con i propri
soldi. Te la dovevi far regalare dal Viminale, a spese del contribuente e
personalizzata col nome!».
«Magari
avviassero un provvedimento nei miei confronti – continua Tonelli – Non hanno
idea di come si renderebbero ridicoli. A Roma c’è una volante per 150mila
persone: che facciamo? La togliamo per perseguitare me? Sembra che nel
dipartimento Sicurezza ci sia una filiale del partito dell’antipolizia. Chi avrebbe
in teoria il compito di rappresentare e tutelare gli agenti, fa le pulci ai
manifestanti in piazza, senza permessi sindacali, per chiedere finalmente
dignità. Hanno voluto colpire me perché sono un cilicio per il dipartimento.
Denuncio le nefandezze e i tagli, l’irresponsabilità istituzionale di non
garantire l’indipendenza della funzione, mettendo le famiglie delle forze
dell’ordine sulla soglia della povertà. Non è la prima volta che si agisce a
scopi prettamente politici – precisa Tonelli – Basti pensare al caso di
Giovanni Iacoi, il mio collega sospeso dal servizio per le sue simpatie
berlusconiane o alla vicenda di Fabio Tortosa, sanzionato disciplinarmente per
un post su facebook. Peccato che il capo della Polizia non sappia o finga di
non sapere che in metà degli uffici di polizia italiani le prescrizioni di
sicurezza e salute della legge 626 e successive modificazioni non sono
rispettate, per cui i miei colleghi lavorano in ambienti fatiscenti e poco
salubri assolutamente fuori dai parametri consentiti dalla legge che dovrebbero
essere chiusi. Sarà mia cura, nei prossimi giorni, far avere al Prefetto Pansa
un dossier dettagliato con foto e documenti per comprovare quel che affermo.
Del resto, basterebbe fare il calcolo delle ore di pulizia assegnate alle
nostre Questure e ai nostri Commissariati per capire che in nessun caso questi
ambienti potranno mai essere decorosi e lindi».
avviassero un provvedimento nei miei confronti – continua Tonelli – Non hanno
idea di come si renderebbero ridicoli. A Roma c’è una volante per 150mila
persone: che facciamo? La togliamo per perseguitare me? Sembra che nel
dipartimento Sicurezza ci sia una filiale del partito dell’antipolizia. Chi avrebbe
in teoria il compito di rappresentare e tutelare gli agenti, fa le pulci ai
manifestanti in piazza, senza permessi sindacali, per chiedere finalmente
dignità. Hanno voluto colpire me perché sono un cilicio per il dipartimento.
Denuncio le nefandezze e i tagli, l’irresponsabilità istituzionale di non
garantire l’indipendenza della funzione, mettendo le famiglie delle forze
dell’ordine sulla soglia della povertà. Non è la prima volta che si agisce a
scopi prettamente politici – precisa Tonelli – Basti pensare al caso di
Giovanni Iacoi, il mio collega sospeso dal servizio per le sue simpatie
berlusconiane o alla vicenda di Fabio Tortosa, sanzionato disciplinarmente per
un post su facebook. Peccato che il capo della Polizia non sappia o finga di
non sapere che in metà degli uffici di polizia italiani le prescrizioni di
sicurezza e salute della legge 626 e successive modificazioni non sono
rispettate, per cui i miei colleghi lavorano in ambienti fatiscenti e poco
salubri assolutamente fuori dai parametri consentiti dalla legge che dovrebbero
essere chiusi. Sarà mia cura, nei prossimi giorni, far avere al Prefetto Pansa
un dossier dettagliato con foto e documenti per comprovare quel che affermo.
Del resto, basterebbe fare il calcolo delle ore di pulizia assegnate alle
nostre Questure e ai nostri Commissariati per capire che in nessun caso questi
ambienti potranno mai essere decorosi e lindi».
La
polemica è destinata a non spegnersi, anzi. Il segretario del Sap insiste:
«Sottoporremo tutta la classe politica a uno speciale test allergologico: acquisteremo sul libero mercato alcune polo
della Polizia che regaleremo a tutti i gruppi parlamentari, anche ai presidenti
di Senato e Camera – annuncia -. Chiederemo a tutti di indossarla,
dimostrando concretamente di essere dalla parte delle donne e degli uomini in
divisa, di non avere nulla a che fare col partito dell’antipolizia e degli
allergici alle divise che, purtroppo, annovera numerosi ed autorevoli esponenti
anche tra i banchi di Montecitorio e Palazzo Madama».
polemica è destinata a non spegnersi, anzi. Il segretario del Sap insiste:
«Sottoporremo tutta la classe politica a uno speciale test allergologico: acquisteremo sul libero mercato alcune polo
della Polizia che regaleremo a tutti i gruppi parlamentari, anche ai presidenti
di Senato e Camera – annuncia -. Chiederemo a tutti di indossarla,
dimostrando concretamente di essere dalla parte delle donne e degli uomini in
divisa, di non avere nulla a che fare col partito dell’antipolizia e degli
allergici alle divise che, purtroppo, annovera numerosi ed autorevoli esponenti
anche tra i banchi di Montecitorio e Palazzo Madama».