I MILITARI DELLA FANFARA FANNO CAUSA ALL’ESERCITO: STRAORDINARI E FESTIVI NON PAGATI
(di Alessandra Ceschia) – Si fanno largo fra ali di folla portando il
Tricolore fra strade e piazze, ligi al loro dovere sfilano nei cortei.
Stavolta, però, i militari delle fanfare dalla Julia, della Pozzuolo e della
Ariete, ai quali si sono associati anche i colleghi della Brigata alpina
Taurinense, sono pronti a ricorrere alle vie legali per sanare una situazione
che va avanti da anni e che riguarda il mancato pagamento degli
straordinari, oltre alle indennità previste dalla legge.
Tricolore fra strade e piazze, ligi al loro dovere sfilano nei cortei.
Stavolta, però, i militari delle fanfare dalla Julia, della Pozzuolo e della
Ariete, ai quali si sono associati anche i colleghi della Brigata alpina
Taurinense, sono pronti a ricorrere alle vie legali per sanare una situazione
che va avanti da anni e che riguarda il mancato pagamento degli
straordinari, oltre alle indennità previste dalla legge.
A rappresentare poco meno di una novantina di
ragazzi è l’avvocato Leonardo Bitti del foro di Roma, esperto in materia di
diritto militare, che ha raccolto le loro istanze e che ora, dopo essersi
inutilmente rivolto ai comandanti delle Brigate, dei Reparti, del Comando forze
operative terrestri e dello stesso Ministro della Difesa, intende presentare
ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Trieste per vedere
riconosciuti i loro diritti.
ragazzi è l’avvocato Leonardo Bitti del foro di Roma, esperto in materia di
diritto militare, che ha raccolto le loro istanze e che ora, dopo essersi
inutilmente rivolto ai comandanti delle Brigate, dei Reparti, del Comando forze
operative terrestri e dello stesso Ministro della Difesa, intende presentare
ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Trieste per vedere
riconosciuti i loro diritti.
«Si tratta di una vicenda incresciosa –
premette l’avvocato – sono stato contattato dai ragazzi delle fanfare del Nord
Est. Lo stipendio che percepiscono si riferisce a un orario di lavoro di 36 ore
settimanali, dalle 8 alle 16.30 nei giorni feriali, eccetto il venerdì, quando
l’orario va dalle 8 alle 12 – ricapitola il legale –. Le loro trasferte, di
norma, vengono organizzate nel fine settimana in occasione di manifestazioni
che impongono loro spostamenti consistenti.
premette l’avvocato – sono stato contattato dai ragazzi delle fanfare del Nord
Est. Lo stipendio che percepiscono si riferisce a un orario di lavoro di 36 ore
settimanali, dalle 8 alle 16.30 nei giorni feriali, eccetto il venerdì, quando
l’orario va dalle 8 alle 12 – ricapitola il legale –. Le loro trasferte, di
norma, vengono organizzate nel fine settimana in occasione di manifestazioni
che impongono loro spostamenti consistenti.
Giornate in pullman per le quali nulla viene loro corrisposto salvo una
tariffa oraria riferita al solo tempo dell’esibizione. Se a questo si aggiunge che per la missione
viene loro consegnato un sacchetto per il pranzo con panini confezionati il
giorno prima di fronte al quale puntualmente si vedono costretti ad acquistare
a proprie spese il pranzo, il quadro è completo».
tariffa oraria riferita al solo tempo dell’esibizione. Se a questo si aggiunge che per la missione
viene loro consegnato un sacchetto per il pranzo con panini confezionati il
giorno prima di fronte al quale puntualmente si vedono costretti ad acquistare
a proprie spese il pranzo, il quadro è completo».
Le lettere però, pur spedite quasi un paio di
mesi fa, non hanno ancora avuto alcun riscontro. «Al momento – conferma il
legale – non ho ricevuto risposta, in compenso i ragazzi hanno subito
ritorsioni e reprimende proprio perché hanno deciso di far ricorso alle vie
legali».
mesi fa, non hanno ancora avuto alcun riscontro. «Al momento – conferma il
legale – non ho ricevuto risposta, in compenso i ragazzi hanno subito
ritorsioni e reprimende proprio perché hanno deciso di far ricorso alle vie
legali».
L’istanza dell’avvocato Bitti punta quindi a
ottenere il ricalcolo dell’attività svolta nell’ultimo decennio con l’attribuzione
dell’indennità festiva e superfestiva, la ricompilazione degli statini delle
presenze mensili per riconteggiare le giornate festive, l’attribuzione dei
relativi compensi e la distinzione delle ore di lavoro straordinarie diurne,
notturne e festive.
ottenere il ricalcolo dell’attività svolta nell’ultimo decennio con l’attribuzione
dell’indennità festiva e superfestiva, la ricompilazione degli statini delle
presenze mensili per riconteggiare le giornate festive, l’attribuzione dei
relativi compensi e la distinzione delle ore di lavoro straordinarie diurne,
notturne e festive.
A questi, aggiunge il legale che rappresenta i
militari, dovrà essere anche sommata un’indennità di suono cui, assicura
Bitti, i musicisti delle fanfare hanno diritto.
militari, dovrà essere anche sommata un’indennità di suono cui, assicura
Bitti, i musicisti delle fanfare hanno diritto.
Una situazione difficile che ormai pare
destinata a risolversi a colpi di carte bollate, cui si somma un’altra vertenza
legata ai cosiddetti Casta, si tratta dei Campionati sciistici delle truppe
alpine giunti alla 67esima edizione in corso in questi giorni a San Candido.
destinata a risolversi a colpi di carte bollate, cui si somma un’altra vertenza
legata ai cosiddetti Casta, si tratta dei Campionati sciistici delle truppe
alpine giunti alla 67esima edizione in corso in questi giorni a San Candido.
«Mentre gli atleti provenienti dai Paesi
esteri sono alloggiati negli alberghi a spese dello Stato – ragguaglia
l’avvocato – i nostri militari sono stipati all’interno di locali del tutto
inadeguati, tant’è che in una sola camerata sono alloggiate 18 persone e,
complessivamente, vi sono solo sei bagni per un totale di 96 militari. Fra loro
– riferisce il legale – vi sono anche i ragazzi della fanfara della Julia.
esteri sono alloggiati negli alberghi a spese dello Stato – ragguaglia
l’avvocato – i nostri militari sono stipati all’interno di locali del tutto
inadeguati, tant’è che in una sola camerata sono alloggiate 18 persone e,
complessivamente, vi sono solo sei bagni per un totale di 96 militari. Fra loro
– riferisce il legale – vi sono anche i ragazzi della fanfara della Julia.
Su mio consiglio alcuni di loro, quelli che se
lo potevano permettere, hanno abbandonato quella sistemazione per trasferirsi
in albergo e ora si apprestano a chiedere il rimborso. Gli altri non potevano
permettersi di pagare un alloggio e sono rimasti, ma mi riservo di procedere a
loro tutela visto che la normativa prevede che i ragazzi inviati in servizio
isolato devono essere alloggiati in strutture adeguate e deve essere loro
assicurato un trattamento minimo alberghiero».
lo potevano permettere, hanno abbandonato quella sistemazione per trasferirsi
in albergo e ora si apprestano a chiedere il rimborso. Gli altri non potevano
permettersi di pagare un alloggio e sono rimasti, ma mi riservo di procedere a
loro tutela visto che la normativa prevede che i ragazzi inviati in servizio
isolato devono essere alloggiati in strutture adeguate e deve essere loro
assicurato un trattamento minimo alberghiero».
Intanto, i militari che hanno intrapreso
un’azione legale per farsi riconoscere dall’Esercito i diritti negati, hanno
creato un collegamento. Da Udine a Gorizia a Pordenone, fino a Torino, dove la
questione è in fase di trattativa con i vertici militari, le notizie e gli
aggiornamenti in tempo reale vengono veicolati via whatsapp.
un’azione legale per farsi riconoscere dall’Esercito i diritti negati, hanno
creato un collegamento. Da Udine a Gorizia a Pordenone, fino a Torino, dove la
questione è in fase di trattativa con i vertici militari, le notizie e gli
aggiornamenti in tempo reale vengono veicolati via whatsapp.