I MIGRANTI IN CASERMA E I SOLDATI DEVONO SLOGGIARE
(di Franco Grilli per il Giornale.it) – “La caserma Montello non è una ‘ex Casermà, ma attualmente è utilizzata dai militari, quotidianamente, che verranno trasferiti di proprosito per far spazio ai migranti.
Basta mettersi davanti alla caserma con una telecamera per vedere il normale afflusso di mezzi di militari che attualmente vivono all’interno”.
“Oltre 350 militari con le loro famiglie stanno facendo di corsa le valigie per lasciare Milano e la caserma Santa Barbara. Il trasferimento del Reggimento Artiglieria a Cavallo a Vercelli è stato fissato per l´8 settembre“.
È l’Associazione Nazionale delle Voloire, le batterie dell’artigliera a cavallo, a commentare, non senza una certa preoccupazione, le disposizioni per cui la caserma Montello di Milano, nella zona nord, andrebbe ad essere adibita all’accoglienza dei rifugiati, mentre i militari lasciano la città.
Una decisione presa dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, dopo che Giuseppe Sala, primo cittadino di Milano, aveva fatto presente ieri la necessità di trovare nuovi spazi per l’accoglienza, in una città che in questi giorni è sottoposta a uno sforzo straordinario, per via della chiusura delle frontiere, e ventilato l’ipotesi di allestire una tendopoli in città.
“Una soluzione dignitosa”, secondo il primo cittadino, che parla di una Milano che “ormai fa fatica”. “Non drammatizzo ma serviva un intervento”, spiega alla stampa, convinto che le polemiche di ieri abbiano “generato qualcosa di virtuoso”, ma senza tuttavia considerare un aspetto.
La caserma Montello, che il ministero della Difesa dovrebbe concedere, – dicono – non è infatti (ancora) una “ex” caserma. E se non è chiaro se si utilizzeranno le tende oppure se ai migranti saranno concesse le stanze della caserma, quello che pare chiaro è che i militari dovranno sloggiare.
“Trovo del tutto fuori luogo questo gestione meramente emergenziale: prima di utilizzare le caserme, Sala rimpatri i migranti che non hanno diritto all’asilo, facendo capire al Governo che Milano e Lombardia accolgono già il 14% di tutti i profughi arrivati in Italia”, commenta Riccardo De Corato, capogruppo di FdI/An.
Il trasferimento “era stato già ipotizzato nel 2013 per motivi di ristrettezze economiche ma prima Expo e poi gli attacchi terroristici in tutta Europa avevano portato ad un ripensamento da parte del Ministero della Difesa”, aggiunge Silvia Sardone, consigliere comunale di Forza Italia.
Ma aggiunge: “Oltre al danno creato ai militari ed alle loro famiglie, viene penalizzata irrimediabilmente la sicurezza della città in quanto Milano viene privata dopo 130 anni di un reparto ben inserito nel capoluogo lombardo e che è stato responsabile della sicurezza ad Expo oltre che impegnato nell´operazione Strade Sicure dal 2008”.