Generale dell’Arma sugli arruolamenti e invecchiamento del personale:“Oggi l’età media dei carabinieri è di 43 anni e mezzo”
Il direttore del Centro nazionale di selezione e reclutamento del Comando generale dell’Arma dei carabinieri, Generale di brigata Marco Mochi, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sullo stato del reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze armate ha sottolineato in Commissione Difesa della Camera dei Deputati che l’età in ingresso dei carabinieri se nel 2016 era di circa 23 anni dal 2016 si è registrato un innalzamento sino ad arrivare a 27 anni.
In particolare il Generale Mochi ha evidenziato: “Da questi dati non può non discendere un fattore di pesante condizionamento per l’operatività dell’istituzione, tenuto conto delle maggiori difficoltà nell’impiego e nella mobilità di personale spesso già vincolato da consolidati carichi di responsabilità familiari sia in termini strettamente affettivi, sia soprattutto in termini economici.
Da quanto enucleato emerge altresì che il progressivo e costante aumento delle età medie complessive contribuisce ad acuire la problematica dell’invecchiamento del personale dell’Arma. Oggi l’età media dei carabinieri è di 43 anni e mezzo; nel 2000 era 35 anni e mezzo. Inoltre quasi 63.000 militari oggi, pari al 57 per cento della forza complessiva, sono compresi in una fascia di età tra i 40 e i 54 anni.
La necessità di pervenire ad un abbassamento dell’età dei militari dell’Arma costituisce un obiettivo strategico per l’istituzione, come sottolineato dal signor Comandante Generale anche in occasione dell’audizione innanzi alle Commissioni congiunte di Senato e Camera il 16 ottobre 2018. Ciò in ragione non solo dell’evidente ed immediato collegamento tra requisito fisico ed efficienza operativa, ma anche per le maggiori difficoltà nell’impiego e nella mobilità del personale, connesse con il progredire dell’età e con le responsabilità familiari che adesso naturalmente si accompagnano.
Appare pertanto opportuno ribadire anche in questa sede l’auspicio che possano essere adottate adeguate misure in merito. La soluzione teorica sarebbe quella dell’arruolamento di carabinieri volontari in ferma, nella considerazione che l’introduzione di tale figura anche nell’Arma consentirebbe di disporre di un bacino di personale, integrativo rispetto alle attuali dotazioni effettive, più giovane, a tutto vantaggio dell’impiego e che offrirebbe la possibilità di una migliore selezione, da assumere definitivamente tramite stabilizzazioni.
Negli stessi termini peraltro si è pronunciata la Risoluzione n. 7-0043, presentata dall’onorevole Deidda e approvata il 16 gennaio ultimo scorso da codesta Commissione, che ha impegnato il Governo a valutare la possibilità di istituire, all’esito delle conclusioni di questa indagine conoscitiva, un tavolo tecnico per verificare la fattibilità dell’assegnazione anche all’Arma di una quota del contingente dei militari reclutati per la ferma breve annuale, nonché di una quota degli aspiranti volontari alla ferma prefissata quadriennale.
In relazione tuttavia ai possibili riverberi di tale soluzione sulle capacità di assunzione dei volontari a ferma prefissata delle altre Forze armate, si ritiene necessaria quantomeno una riduzione dei limiti di età dei volontari che intendano concorrere per l’arruolamento nei carabinieri, fermo restando il mantenimento di una riserva di posti a loro favore.
Si ritiene inoltre estremamente utile un approfondimento congiunto con le altre Forze armate per un coinvolgimento dell’Arma nelle attività di selezione con la Forza armata di primo arruolamento. Si tratterebbe di ipotizzare che l’opzione di prestare servizio nell’Arma venga espressa dagli aspiranti volontari in ferma prefissata nella medesima circostanza, in maniera tale da intercettare le aspirazioni e i sentimenti più genuini alla base di tale delicata scelta, prevedendo comunque la possibilità di compensare eventuali sopravvenuti ripensamenti ampliando nello stesso numero la quota dei concorrenti civili.
Tali misure, affinché l’arruolamento nelle altre Forze armate non risulti disincentivato, potrebbero essere accompagnate dalla previsione di meccanismi per la valorizzazione del servizio prestato per l’assunzione nel privato, consentendo ad esempio a chi assume l’accesso a sgravi fiscali o alla partecipazione ad altre procedure concorsuali pubbliche”.