Gabrielli: “Troppe scorte, il sistema va rivisto”. L’affondo del Capo della Polizia
“Questo è un Paese che ha troppe scorte, dobbiamo dircelo. Sono troppe e siccome le risorse sono poche forse una riconsiderazione la dobbiamo fare, fuori da strumentalizzazioni, automatismi e commenti da strada”. Lo ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli intervenendo alla presentazione del libro ‘La mafia dei pascoli’, di Giuseppe Antoci e Nuccio Anselmo. “Dobbiamo uscire fuori – ha aggiunto – dagli automatismi per cui l’incarico che si ricopre presuppone la scorta e rispettiamo chi si assume la responsabilità di decidere”.
“La posizione del ministro Salvini sulle scorte è assolutamente laica – ha poi aggiunto Gabrielli -. Serve serietà, concretezza e il nostro Paese deve diventare normale, un Paese cioè in cui si vivono le cose per quello che sono, senza esagerazioni”.
Il ministro dell’Interno, già lo scorso novembre, aveva sollecitato una revisione del sistema di protezione. Una rivalutazione delle 585 scorte che in Italia vedono impegnati ogni giorno più di 2,000 unità tra poliziotti (910), carabinieri (776), finanzieri (290) e polizia penitenziaria (96). L’obiettivo annuncaito da Salvini era di riesaminarle in toto, comprese quelle al massimo livello di sicurezza, che in Italia è stato attribuito a 15 persone ritenute ad altissimo rischio e per la cui tutela sono impegnati ogni giorno 171 agenti.
“Non mi permetterò di guardare nomi e cognomi, ho solo chiesto ai tecnici di ragionare sull’ipotesi di rivedere alcune di queste 600 tutele – dichiarò Salvini – Siamo il Paese europeo più scortato, che spende più soldi, investe più uomini. Sono il primo, seppure evidentemente a rischio, a dare un segnale di apertura. Ci sarà sicuramente qualcuno che meriterà più scorta e più attenzione. Se poi c’è qualcuno che da 10-15 anni usa un poliziotto o un carabiniere come autista privato potrà farne a meno”.
In questi giorni ha fatto molto discutere la decisione, poi rientrata, del Viminale di ritirare la scorta al giornalista Sandro Ruotolo minacciato dai Casalesi, decisione contro la quale si sono espressi anche Di Maio e Roberto Fico.
Oggi la categoria più protetta resta quella dei magistrati. Per la protezione di 277 di loro (quasi la metà di tutti gli scortati) è impegnato il maggior numero di risorse. Sono invece 69 gli uomini politici nazionali e locali che usufruiscono di una tutela, 43 i dirigenti d’impresa, 21 i giornalisti e 18 gli esponenti di governo.
Sono quattro i livelli di tutela garantiti dallo Stato a seconda del livello di rischio valutato dal Comitato. Oltre a quello di massima allerta con più di un’auto blindata, segue il secondo livello con scorta su un’auto specializzata, il terzo con solo la tutela su auto specializzata e il più basso su auto non protetta. Ma ci sono anche delle vigilanze fisse e mobili davanti alle abitazioni di soggetti considerati a rischio moderato.
Repubblica.it