Forze Armate: disinfestazione e derattizzazione a bordo di navi e nelle caserme: divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati
“Fin dal 2012 il Ministero della Salute ha emanato delle chiarissime disposizioni sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati e sulle modalità di esecuzione delle operazioni di disinfestazione e derattizzazione alle quali, però, la Marina Militare non sembra essersi ancora del tutto adeguata”, ha denunciato il Segretario Generale del Sindacato dei Militari, Luca Marco Comellini.
“A seguito di alcune segnalazioni pervenute alla nostra attenzione sulle possibili criticità nelle modalità di esecuzione di dette pratiche di disinfestazione e derattizzazione a bordo delle unità navali della Marina Militare, considerati i possibili rischi per il personale militare e civile connessi all’uso di prodotti rodenticidi in assenza di adeguata formazione, lo scorso 7 novembre, abbiamo chiesto al Capo di stato maggiore della Forza armata, Ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone, di disporre delle immediate verifiche ed eventualmente ogni possibile azione per tutelare la salute umana”, ha fatto sapere il sindacalista.
La richiesta, nonostante l’importanza dell’argomento, ad oggi, non ha ricevuto alcuna risposta da parte del vertice della Marina Militare. “Per questa ragione, alla luce di ulteriori e analoghe segnalazioni, abbiamo ritenuto di dover rinnovare la medesima richiesta indirizzandola, questa volta, direttamente al Contrammiraglio Andrea Benedetti, attuale direttore dell’Arsenale Militare Marittimo della Spezia, nella speranza che gli obblighi che la legge impone al “datore di lavoro” possano sortire l’effetto sperato per la tutela della salute del personale militare e civile. Al contrammiraglio abbiamo voluto precisare che, in mancanza di un sollecito e adeguato riscontro alla nostra richiesta provvederemo ad informare le autorità competenti”, ha dichiarato Comellini.
Molto probabilmente il problema potrebbe riguardare anche le altre Forze armate, l’Arma dei Carabinieri, il Corpo delle Capitanerie di Porto e il Corpo della guardia di finanza, ecco perché il sindacato ha chiesto “opportuni maggiori controlli da parte delle autorità” militari preposte. Comellini lancia un appello anche al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini che, secondo il sindacalista, “dovrebbe riservare una maggiore attenzione alla salute dei lavoratori militari e alla sicurezza nei luoghi di lavoro perché, spesso e volentieri, i generali e gli ammiragli con cui si relaziona sono distratti o non adeguatamente formati e informati, oppure cascano dalle nuvole, come è avvenuto per quanto riguarda il problema “uranio impoverito” o per la questione dei controlli delle “acque destinate al consumo umano” a bordo delle navi militari. Non stonerebbe certo una adeguata “moral suasion” nei confronti del Ministro Roberto Speranza, viste le specifiche competenze in materia di controlli che competono al Ministero della Salute”, ha concluso Comellini.