FORZE ARMATE, DDL 2597 – NUOVO MODELLO DI RECLUTAMENTO, IMPORTANTI NOVITA’ IN ARRIVO
Il 03 Agosto 2022 si è concluso l’iter parlamentare del Disegno di Legge 2597, di cui si attende ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale; Tra le novità introdotte, troviamo il nuovo modello di reclutamento delle carriere iniziali dei Volontari.
Viene abbandonato il modello “VFP1–VFP4” a cui eravamo abituati dal 2004, e prende posto il nuovo “VFP 3+3”, che vediamo nel dettaglio:
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Volontario in Ferma Prefissata Iniziale (VFI) – Ferma di 3 anni, più un’eventuale rafferma di 1 anno. Riveste il grado di Soldato, Comune di 2° Classe o Aviere (secondo la Forza Armata di appartenenza). Al termine del triennio, si può accedere al concorso per la fase successiva.
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Volontario in Ferma Prefissata Triennale (VFT) – Ferma di 3 anni. Riveste il grado di Caporale, Comune di 1° Classe o Aviere Scelto (secondo la Forza Armata di appartenenza). Al termine del triennio, si può accedere all’iter per l’immissione nel ruolo dei Volontari in Servizio Permanente.
Sono introdotte diverse novità a carattere economico:
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Sarà riconosciuto il recupero della festività a tutti i Volontari che presteranno servizio in giornate festive, contrariamente a quanto avviene oggi con il VFP1.
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Ai VFT sarà riconosciuto il compenso per il lavoro straordinario, compenso che oggi i VFP4 non percepiscono.
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Ai VFI sarà corrisposta un’indennità di 100€ a carattere forfettario, in luogo del compenso per le ore eccedenti l’orario lavorativo settimanale.
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Il parametro stipendiale sarà adeguato a quello del Graduato nella misura del 81.5% per i VFI e del 80% per i VFT.
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La fruizione della mensa e degli alloggi collettivi resta a titolo gratuito per tutti i Volontari.
Queste novità rappresentano un passo in avanti per il modello professionale delle Forze Armate e, indiscutibilmente, una grande vittoria per il Sindacato S.I.A.M.O. Esercito, che ha sempre spinto per valorizzare economicamente la figura del Volontario.
Quando entrerà in vigore il nuovo modello?
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Il 2022 sarà l’ultimo anno in cui vedremo i concorsi per l’arruolamento di VFP1. Dal 2023 saranno banditi i concorsi per l’arruolamento di VFI.
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I VFP1 attualmente in servizio potranno partecipare ai concorsi per l’immissione VFP4 fino al 31 dicembre 2024. Dal 2025, quindi, si farà spazio ai VFT.
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Ricordiamo, che tali ed ulteriori modifiche entreranno in vigore solo dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Ma il nuovo modello risolverà i problemi vissuti negli ultimi anni? Si, e no.
Attualmente il sistema di arruolamento prevede il transito attraverso due grandi blocchi, il VFP1 e il successivo VFP4. Questo avrebbe dovuto portare uno snellimento nelle pratiche di immissione in servizio permanente rispetto al “vecchio” sistema del VFB, e di fatto così è stato, almeno nei primi anni: il personale in 5 anni poteva completare l’iter. Questo fino, circa, al 2014-1015 quando la macchina monumentale e un po’ anziana ha iniziato a rallentare, accumulando sulle spalle ritardi sempre maggiori, riportando indietro di anni i progressi fatti quando finalmente era stato introdotto il sistema “1+4”, che di fatto negli anni è divenuto un “3+8”: 3 anni di VFP1 e 8 anni di VFP4. Ecco che si rende necessario progettare un nuovo “modus arruolandi”, che possa tornare a dare giovinezza, praticità e soprattutto appeal ai giovani che vogliono entrare nel mondo dell’Esercito. Volutamente non citiamo la Marina e l’Aeronautica, perché le loro macchine sono ben oliate e più giovani, indiscutibilmente più efficienti e mai hanno avuto gravi inceppamenti come quella dell’Esercito, che ci auguriamo gioverà maggiormente di questa novità. Certo non basta cambiare il sistema burocratico, bisogna anche dare maggior credito ai giovani che si arruolano, considerandoli dei professionisti a tutto tondo: una ferma iniziale di 3 anni, probabilmente, valorizzerà la figura del VFI, che potrà essere impiegato con maggior continuità e consapevolezza, senza l’incognita delle rafferme annuali, e con un maggior riconoscimento dal punto di vista economico. La seconda ferma triennale vedrà, presumibilmente, la specializzazione operativa dei Volontari e il consolidamento personale in vista del successivo transito. Tuttavia, riteniamo che le tempistiche per il passaggio in servizio permanente resteranno ancora incredibilmente lunghe, e non toglieranno ai Volontari gli stessi dubbi e incertezze che vivono tuttora.
Cosa viene fuori da tutto questo?
Quando qualcosa non funziona non basta limitarsi a cambiare nome. I problemi rimangono lì, dove li lasciamo. Il sistema 1+4 sulla carta era funzionale, finché la ruggine non ha bloccato gli ingranaggi. Se questi ingranaggi non vengono sostituiti e oliati, è prevedibile un epilogo simile per il 3+3.
Inoltre è necessario cambiare il modo di guardare i giovani militari: se oggi un VFP1 deve subire un contrappello alle 23 davanti alla branda, esser svegliato alle 6:30 per essere inquadrato alle 8, sentirsi trattare come un inetto al quale non viene data alcuna responsabilità, è lecito pensare che sia invogliato a cambiare strada dopo appena un anno. Ma un VFI che dovrà subire tutto ciò per 3 anni consecutivi, ci penserà più di una volta ad arruolarsi.
Ben venga cambiare, se il cambiamento apporta migliorie. Ben venga riconoscere la festività anche al VFI e pagare gli straordinari ai VFT, ma non basta: guardiamo loro e cerchiamo di vedere noi stessi tanti anni fa: quanto avremmo voluto aver più credito, più responsabilità, più considerazione? Alcuni nostri colleghi VFP1 sono stati portati in teatri operativi internazionali e hanno svolto il loro dovere al pari dei colleghi più anziani, eppure in Patria sono ancora guardati come dei bambini ai quali non si affiderebbero un paio di forbici dalla punta arrotondata. In molti casi, ormai, il personale VFP1 ha una laurea, quasi tutti un diploma. Titoli di studio che fino a qualche anno fa erano ad appannaggio quasi esclusivo di ufficiali e marescialli, non certo di militari di truppa. Non ripetiamo gli errori del passato, se dobbiamo avere un nuovo inizio allora cerchiamo di farlo al meglio. In tale prospettiva il Sindacato S.I.A.M.O. Esercito auspica che il nuovo modello possa non solo snellire le tempistiche per il transito nelle categorie superiori, così da non vedere più Volontari costretti ad attendere più di 8 anni per vedere pubblicata una graduatoria di merito o un decreto di immissione in servizio permanente, ma che possa essere il trampolino di lancio per ulteriori modifiche normative legate a retaggi della leva, in modo tale che “l’Esercito dei professionisti” non sia più solamente uno slogan ma una realtà per tutti i militari. LA SEGRETERIA DEL S.I.A.M.O. ESERCITO