Follia all’Aventino: inseguimento da film e carabinieri feriti, ma i malviventi sono già liberi
Controllo di routine… o quasi
Nel pomeriggio di ieri, nell’elegante ma tranquilla zona dell’Aventino, a Roma, un ordinario controllo stradale si è trasformato in una scena da film d’azione, con un epilogo che ha lasciato l’amaro in bocca a molti. Una pattuglia della Stazione Carabinieri ha fermato due uomini stranieri a bordo di una vettura con targa italiana. L’atteggiamento apparentemente collaborativo dei due ha insospettito i militari, che hanno richiesto accertamenti ulteriori.
La fuga spericolata: città nel caos
Mentre venivano scortati in caserma, i due individui hanno improvvisamente ingranato la marcia, scatenando una folle fuga tra le vie della capitale. Ne è scaturita una pericolosissima gincana urbana, con i fuggitivi che hanno seminato panico e provocato diversi incidenti stradali, mettendo a rischio l’incolumità di automobilisti e pedoni.
La corsa si è interrotta solo dopo uno scontro violento con una “gazzella” del Nucleo Radiomobile accorsa in supporto. I due, tutt’altro che intenzionati a fermarsi, hanno tentato di continuare la fuga a piedi, aggredendo fisicamente i carabinieri prima di essere definitivamente bloccati.
Il bilancio: feriti, danni e rabbia
Il bilancio è pesante: quattro carabinieri feriti, trasportati in ospedale; due mezzi militari danneggiati, così come tre auto private parcheggiate lungo il tragitto della fuga. Oltre al danno materiale, è impossibile ignorare la dimensione del rischio corso da cittadini ignari, testimoni involontari di un’azione criminale spregiudicata.
Caforio (USMIA): “Chi serve lo Stato paga, chi fugge è libero”
A commentare con fermezza l’episodio è Carmine Caforio, Segretario Generale di USMIA Carabinieri, che ha espresso vicinanza ai militari feriti e lanciato un appello durissimo:
“L’episodio riaccende una riflessione tanto attuale quanto amara. Mentre chi fugge sembra poterlo fare impunemente, chi insegue – rischiando la vita – deve fare i conti con norme che si ritorcono contro chi serve lo Stato. Oggi molti operatori si chiedono: conviene davvero inseguire, o sarebbe meglio lasciarli andare?”
Parole amare, che rivelano una profonda crisi di fiducia nelle tutele giuridiche previste per gli operatori delle Forze dell’Ordine.
Giustizia (troppo) garantista? Liberi con obbligo di firma
La doccia fredda è arrivata poche ore dopo. All’esito dell’udienza di convalida, i due soggetti arrestati – nonostante la gravità dei fatti e la pericolosità dimostrata – sono usciti liberi, con la sola limitazione dell’obbligo di firma giornaliero. Una decisione che ha generato sgomento e indignazione tra gli operatori di polizia e l’opinione pubblica.
USMIA: “Ora serve una risposta forte, o la sicurezza è a rischio”
L’appello finale del sindacato dei Carabinieri è chiaro: servono leggi più severe, pene certe, misure restrittive adeguate alla pericolosità sociale dei reati, e tutele concrete per chi indossa una divisa.
Un grido d’allarme che, in un’Italia sempre più segnata da tensioni sociali e guerriglia urbana, non può e non deve cadere nel vuoto.
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