Ferì un collega alla testa mentre scaricava le armi, carabiniere condannato dalla Corte dei Conti a 1,9 milioni di euro di risarcimento
La procura regionale riferisce fatti di cui è venuta a conoscenza a seguito di segnalazione trasmessa dall’Ottavo Battaglione Carabinieri Lazio in data 25 ottobre 2016. Alle ore 09.30 circa del 12 settembre 2009, in Roma, il signor C. S. nella qualità di Carabiniere ausiliario, mentre si trovava all’interno della camerata della seconda Compagnia dell’8 Battaglione Carabinieri Lazio, nel comprensorio del Comando Unità Mobili e Specializzate CC. “Palidoro”, veniva colpito al capo da un colpo di pistola Beretta cal. 9 mm. Parabellum esploso dal commilitone D. G., con l’arma di quest’ultimo detenuta in dotazione.
In relazione alla suddetta vicenda, il Tribunale militare di Roma, con sentenza n. 317/2003 in data 24 novembre 2005, dichiarava D. G. colpevole per il reato di violata consegna dell’arma e lo condannava alla pena della reclusione di mesi sei.
Il Tribunale Civile di Roma con sentenza n. 16199/2013 in data 22 maggio 2013 condannava in solido il Ministero della Difesa ed il sig. D. G. al risarcimento dei danni ed al pagamento delle spese in giudizio in favore delle parti attrici. La sentenza chiarisce che vi è responsabilità solidale per le lesioni subite da Cottone, per il danno non patrimoniale dei genitori della vittima e con condanna alle spese e con definizione degli interessi dal giorno del fatto al pagamento. Il fatto riguarda una grave lesione al commilitone C.S. da parte del convenuto D.G. il quale non aveva, come previsto dai regolamenti, scaricato l’arma in dotazione. Il Tribunale afferma tuttavia che sussisteva anche uno scarso controllo delle operazioni di deposito armi e scaricamento delle stesse, che non erano presenti nelle stanze mobili adeguati alla conservazione dell’arma stessa.
Il Segretariato Generale della Difesa dava quindi esecuzione alla predetta decisione, facendo riserva di rivalersi nei confronti di D. G. per il rimborso delle somme di euro 1.906.875,02 oltre a oneri e rivalutazione corrisposte in esecuzione della citata sentenza, costituendolo in mora e interrompendo i termini di prescrizione ai sensi e per gli effetti degli artt. 1219 e 2943 c.c. .
Nonostante la rituale notifica di invito a dedurre G. D. ha omesso di far pervenire qualsivoglia argomentazione difensiva. La procura, ha pertanto citato G. D. a risarcire il Ministero della Difesa dell’importo di euro 1.906.875,02 oltre a oneri e rivalutazione.
La Corte dei Conti, in una recente sentenza di febbraio 2019, ha sottolineato che il convenuto ha omesso di scaricare l’arma trovandosi all’interno della caserma, ha esploso un colpo accidentalmente ed ha, pertanto, provocato gravi lesioni ad un altro carabiniere. A seguito di sentenza di condanna non appellata il Ministero ha risarcito i danneggiati per euro 1.906.875,02 con alcuni mandati tutti in data 27 novembre 2014 e successiva messa in mora del responsabile in data 30 ottobre 2015.
La sentenza del Tribunale indica la piena responsabilità del convenuto che, per negligenza e disprezzo della pericolosità delle proprie omissioni, non ha provveduto né a scaricare l’arma né a conservarla in luogo sicuro, consentendo il realizzarsi dell’incidente che ha provocato danni ad un terzo soggetto.
Di conseguenza – conclude la Corte dei Conti – appare legittima l’azione di recupero di quanto già risarcito da parte del Ministero al terzo danneggiato.