Esito incontro 30 settembre: dopo 1000 giorni senza contratto, 100 euro netti per agente/graduato sul tavolo
Le forze dell’ordine e le forze armate italiane si trovano in una situazione di stallo contrattuale che si protrae ormai da oltre mille giorni. Questo lungo periodo senza rinnovo sta generando crescente malcontento tra gli operatori del settore sicurezza e difesa.
Il grido d’allarme dei sindacati
Il Silp Cgil, sindacato italiano dei lavoratori di polizia, ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica questa problematica attraverso un “contatore” che tiene traccia dei giorni trascorsi senza rinnovo contrattuale. Anche il Sindacato Polizia Penitenziaria (SPP) denuncia il superamento della soglia dei 1000 giorni, criticando aspramente le promesse non mantenute di aumenti salariali.
Ripresa delle trattative: piccoli passi avanti
Il 30 settembre 2024 si è tenuto un importante incontro presso il Dipartimento della Funzione Pubblica. La UIL Polizia Penitenziaria ha confermato la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto dopo la pausa estiva. Tuttavia, l’incontro ha avuto un carattere prevalentemente interlocutorio, con poche novità sostanziali.
Proposta sul tavolo e reazioni sindacali
La delegazione di Parte pubblica ha proposto di destinare una quota aggiuntiva delle limitate risorse economiche disponibili alla parte fissa della retribuzione. L’obiettivo dichiarato è garantire un recupero del potere d’acquisto di circa 100 euro netti per la qualifica più bassa (Agente).
La UILPA PP, pur apprezzando il principio di destinare il massimo possibile al salario fisso, sottolinea l’insufficienza di tale proposta. Secondo il sindacato, sarebbero necessari almeno 300 euro per compensare l’inflazione reale del triennio. Inoltre, vengono sollevate preoccupazioni riguardo alle potenziali implicazioni fiscali, in particolare il rischio di superare lo scaglione di reddito di 28.000 euro (il cosiddetto “fiscal drag”).
Richieste sindacali e prospettive future
Per mitigare gli effetti fiscali negativi, la UILPA PP propone di detassare gli aumenti contrattuali, la retribuzione accessoria (in particolare il FESI) e il lavoro straordinario. Il sindacato ha inoltre ribadito la richiesta di un confronto politico con la Presidenza del Consiglio, auspicando il reperimento di ulteriori risorse per finanziare la “specificità” del settore, ovvero le indennità e il FESI.
La situazione delle forze armate
Anche le forze armate si trovano in una situazione simile. Il Sindacato Autonomo dei Militari riferisce di un settimo incontro per il rinnovo contrattuale, segnalando progressi ma anche la necessità di ulteriori confronti su temi fondamentali come l’orario di lavoro e le indennità. Si è discusso del recente provvedimento che concede ai sindacati militari distacchi e permessi retribuiti, finanziati con fondi interni. Il Segretario Generale Antonino Duca ha accolto positivamente questa novità, che libera circa 23 milioni di euro per l’accessorio. Sul tavolo, la proposta di 100€ netti per un graduato, ma restano aperte questioni su straordinari e compensi. Il SAM sottolinea l’inadeguatezza degli stipendi in certe città e chiede misure contro il caro vita. Duca auspica progressi su specificità, defiscalizzazione delle indennità e previdenza dedicata nel prossimo incontro con il Governo Meloni.
Evoluzione della situazione contrattuale
La situazione contrattuale delle forze dell’ordine e delle forze armate italiane rimane complessa e in evoluzione. Se da un lato la ripresa delle trattative offre una speranza di sblocco, dall’altro le proposte sul tavolo sembrano ancora lontane dal soddisfare le richieste sindacali.
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