Esercito, Villaggio Alpino: Lusso Low-Cost e Presunte Irregolarità
Base Militare sotto la Lente d’Ingrandimento
Nel cuore delle Dolomiti, a Corvara, il Villaggio Alpino Tempesti è finito al centro di un’inchiesta della Procura di Bolzano. La struttura, ufficialmente destinata all’addestramento delle truppe alpine, si sarebbe trasformata in quello che gli investigatori definiscono “un luogo ambito per vacanze a basso costo”, accessibile a un circolo privilegiato di politici, magistrati e alti ufficiali.
Privilegi e Prezzi da Capogiro (al Ribasso)
La gestione della struttura viene descritta come “privatistica” dalle autorità inquirenti. Gli skipass, che normalmente costano oltre 80 euro al giorno, venivano distribuiti gratuitamente o a prezzi ridotti. Il listino prezzi parlava chiaro: “17,90 euro per notte e 10 euro per pasto”, tariffe che hanno attratto ospiti di prestigio, tra cui le ex ministre della difesa, un ex premier ed una sottosegretaria alla Difesa ed un procuratore militare.
Lavori e Irregolarità: Il Sistema delle False Fatturazioni
L’indagine ha portato alla luce un presunto sistema di lavori “mascherati”. La Guardia di Finanza ha acquisito documenti che rivelerebbero progetti “fatturati a ditte esterne ma realizzati in realtà dai militari della struttura”. Un caso emblematico riguarda “il rifacimento del piazzale del Villaggio”, formalmente appaltato all’esterno ma eseguito internamente.
Ambiente di Lavoro e Relazioni Pericolose
Le testimonianze raccolte dipingono un quadro inquietante dell’ambiente lavorativo, caratterizzato da “insulti frequenti” e “pressioni continue”. Particolarmente significativo il rapporto del comandante della struttura con il generale Carmine Masiello, capo di Stato maggiore dell’Esercito, “frequentatore regolare della base”. Secondo alcune testimonianze, persino “l’esposizione di simboli fascisti” nell’ufficio del comandante sarebbe stata segnalata senza conseguenze, mentre “chi aveva denunciato era stato trasferito”.
Le Due Facce della Medaglia
Al di là delle accuse che dovranno essere verificate nelle sedi opportune, emerge un dato innegabile: mentre un militare di basso rango trova spesso difficoltà ad accedere a queste strutture, le porte del Villaggio Alpino sembrano spalancarsi con sorprendente facilità per figure istituzionali di spicco, i cui compensi permetterebbero certamente sistemazioni ben più onerose. Una disparità che solleva interrogativi non tanto sulla legittimità, quanto sull’equità di accesso alle strutture militari destinate, almeno sulla carta, all’intera comunità delle forze armate.
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