Esercito, escluso dal concorso per Epatite C: annullata inidoneità
Il Tar del Lazio, accogliendo il ricorso avanzato dagli avvocati Girolamo Rubino e Daniele Piazza, ha annullato il giudizio di inidoneità nei confronti di un giovane militare agrigentino – I.G., originario di Montallegro, che era stato escluso dal concorso per l’arruolamento nell’esercito italiano in ragione di una presunta diagnosi di positività all’HCV.
La vicenda si conclude a distanza di otto anni dai fatti. A seguito degli accertamenti sanitari effettuati, la Commissione incaricata riscontrava che il giovane era guarito dalla malattia epatica, in assenza di reliquati ad essa correlabili, con definitiva eradicazione del virus dell’epatite C e quindi incapace di trasmettere l’infezione da HCV e che pertanto poteva essere ritenuto idoneo all’arruolamento.
Conseguentemente, il T.A.R. della Sicilia – Palermo, preso atto del positivo esito della verificazione effettuata presso l’Ospedale “Ingrassia”, accoglieva l’istanza cautelare proposta dai legali del giovane montallegrese, che pertanto veniva arruolato, con riserva, nell’Esercito Italiano. Infine, dopo 10 anni dalla proposizione del ricorso, con sentenza resa in data 8 settembre 2020, il T.A.R. del Lazio, dove il giudizio veniva riassunto a seguito della proposizione del regolamento di competenza proposto dal Ministero della Difesa, ritenendo di poter aderire alle tesi difensive degli avv.ti Rubino e Piazza ed alle conclusioni rassegnate dall’Ospedale “Ingrassia” che, come detto, aveva escluso che il giovane fosse affetto da una malattia epatica, ha accolto il ricorso proposto annullando il giudizio di inidoneità e, conseguentemente, il sig. I.G. potrà continuare a prestare servizio permanente nell’Esercito Italiano.