Esercito congedò militare che denunciava alto tasso di suicidi nelle Forze Armate. Il Consiglio di Stato: “Libertà di espressione, va reintegrato”
Il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza favorevole a Carlo Chiariglione, il quale nel 2021 era stato degradato e congedato per aver scritto una lettera al Presidente della Repubblica in cui denunciava il numero troppo elevato di suicidi nelle Forze armate e di polizia, nonché un presunto coinvolgimento di alcuni comandanti in comportamenti vessatori. Grazie alla sentenza, Chiariglione verrà ora reintegrato e gli verranno pagati gli arretrati.
Questa è una grande vittoria per tutti coloro che si occupano di rappresentanza militare e sindacale, in quanto la magistratura militare e ordinaria, tramite precedenti sentenze, aveva già escluso reati di diffamazione o vilipendio in analoghi casi in cui il maresciallo alpino era stato denunciato dai superiori. In particolare, l’anno scorso, il TAR del Piemonte aveva riconosciuto in pieno la libertà di espressione di Chiariglione.
La sentenza del Consiglio di Stato conferma l’azione del TAR, ma lascia spazio ad eventuali sanzioni disciplinari non espulsive. Sarà quindi l’Esercito Italiano a decidere se classificare il caso come chiuso o continuarne l’approfondimento.
In ogni caso, la sentenza del Consiglio di Stato rappresenta una svolta importante per i militari italiani, che spesso si trovano a dover fronteggiare situazioni di disagio psicologico e di pressioni sul lavoro.
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