Entro luglio la Spagna ritirera’ le truppe da Gran Capitan – Iraq
La Spagna ritirera’ entro fine luglio le sue truppe dalla base militare Gran Capitan di Besmayah, in Iraq, dove prima dello scoppio della pandemia del coronavirus erano impiegati 350 dei suoi 530 effettivi.
Lo scrive il quotidiano spagnolo “El Pais” spiegando che la decisione, secondo fonti militari, e’ dovuta all’aver portato a termine il compito della missione: l’addestramento dell’Esercito e della polizia iracheni. Nella base internazionale di Besmayah, sotto il comando spagnolo, dal febbraio del 2015 sono stati addestrati oltre 50 mila uomini delle forze di sicurezza irachene tra Esercito e Polizia federale. Le fasi di addestramento si interruppero il 3 gennaio in seguito all’uccisione del generale iraniano Qasem Suleimani da parte di un drone statunitense e subirono un ulteriore blocco a causa dello scoppio dell’epidemia legata al coronavirus.
Dopo il ritiro dalla base di Besmayah, il contingente spagnolo in Iraq contera’ meno di 200 unita’ totali, poco piu’ di un terzo rispetto rispetto all’inizio di quest’anno. Secondo le fonti militari consultate da “El Pais”, il ministero della Difesa spagnolo prevede di ritirare tutti i militati schierati nella missione Nato “Resolute Support” in Afghanistan, entro la fine di quest’anno o agli inizi del 2021, in accordo con gli altri 39 paesi partecipanti. A differenza dell’Iraq e dell’Afghanistan, la Spagna sembra intenzionata ad aumentare la sua presenza militare in Mali, nella regione di Sahel, dove proliferano varie fazioni legate allo Stato islamico, dedite al traffico di droga ed armi, nell’ambito della “Missione di addestramento dell’Unione Europea in Mali” (Umtm), prorogata dall’Unione Europea fino al 2024 con un aumento del bilancio per dare maggior appoggio alle forze congiunte del G-5 (Niger, Burkina Faso, Mauritania e Ciad e Mali).
La sospensione delle attivita’ di addestramento a causa della pandemia del coronavirus, spinse il ministero della Difesa spagnolo a ritirare oltre 100 dei 278 militari impiegati nell’istruzione dell’esercito maliano, ma, una volta terminata l’emergenza si prevede un incremento del contingente nel paese dell’Africa Occidentale. (Spm)