E FACCIAMOLA ‘STA BENEDETTA UNIFICAZIONE DELLE FORZE DI POLIZIA
Recentemente, un sondaggio online del movimento cinque stelle ha riportato di attualità lavexata quaestio dell’unificazione delle forze di polizia. Nel sondaggio, sono state proposte cinque opzioni tra le quali gli iscritti hanno scelto, in maggioranza, quella che prevedeva “l’accorpamento di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria, e trasformando le attuali qualifiche esclusive di ciascun soggetto in nuove specialità in seno alla nuova ed unica Forza di Polizia. Con l’eccezione della Polizia Militare che verrebbe devoluta ad apposito soggetto in seno alle Forze Armate”, con 10081 voti.
A seguire, con 8184 voti, è risultato gradito il modello francese “nei centri urbani maggiori solo la Polizia di Stato e nei centri urbani minori la sola Arma dei Carabinieri”. 7022 preferenze sono andate alla proposta di “distribuzione esclusiva per provincia indipendentemente dalla grandezza. Ogni provincia è destinata in maniera esclusiva alla presenza di una delle due forze di polizia, le quali tuttavia avrebbero nelle rispettive province di competenza le stesse specificità, mentre la Guardia di Finanza e la Polizia Penitenziaria conserverebbero specificità e organizzazione territoriale attuali”.
Solo per due nuove forze di polizia si sono espressi favorevolmente in 5985, mentre 4282 iscritti hanno manifestato il convincimento che sia meglio che nulla cambi. Innegabilmente, la sicurezza pubblica affidata a ben cinque Corpi di Polizia (poi ridotti a quattro) sparpagliati tra le competenze di cinque o sei ministeri (… senza parlare, poi, delle polizie locali, provinciali e regionali, dei vigili del fuoco e di talune guardie forestali regionali) è una delle anomalie tutte italiane.
Non a caso, da moltissimi anni si parla della necessità di una razionalizzare delle forze dell’ordine per ottimizzare l’organizzazione e la gestione delle risorse a disposizione.
Senza ombra di dubbio, una delle ipotesi più accreditate è sempre stata quella che auspicava due soli Corpi di Polizia, uno a ordinamento civile ed uno ad ordinamento militare, interdipendenti e operativamente coordinati fra di loro.
In buona sostanza, per raggiungere questo obiettivo, lasciando intatta l’organizzazione e l’ordinamento militare dell’Arma dei Carabinieri, basterebbe unificare Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria (con l’aggiunta dell’ex Corpo Forestale) in un unico Corpo di Polizia Nazionale, da riordinare e riorganizzare in specializzazioni e specialità secondo i corrispondenti compiti istituzionali.
In tal modo, all’interno di un unico Corpo di circa duecentomila uomini e donne, potrebbero essere incardinate una serie di divisioni organizzate secondo le diverse competenze: Polizia giudiziaria, Polizia di sicurezza, Polizia investigativa, Polizia stradale, Polizia ferroviaria, Polizia tributaria, Polizia Penitenziaria, Polizia ambientale, Polizia di prevenzione, ecc. ecc. Nel corso degli ultimi decenni, più di un’analisi ha dimostrato come all’unificazione dei vari Corpi di Polizia conseguirebbe un risparmio di miliardi di euro per le casse dello Stato.
Del resto, anche senza essere economisti, non è difficile prevedere notevoli risparmi di spesa dalla razionalizzazione delle risorse, dei mezzi e delle infrastrutture e, soprattutto, dal dimagrimento delle burocrazie e dal ridimensionamento degli apparati. Per guardare a casa nostra, ad esempio, potremmo lasciare in dote al Dap e al Ministero della Giustizia tutti quei Magistrati, Dirigenti e Funzionari non indispensabili per il Corpo, così come tutti quegli impiegati civili che adesso sono solo funzionali alla gestione amministrativa della Polizia Penitenziaria.
In particolare, potremmo anche dismettere tutti quei servizi (e i mezzi necessari al loro svolgimento) di protezione, scorta e tutela di burocrati che orbitano intorno al Corpo. E’ evidente, infatti, che la Polizia Penitenziaria è “servente” rispetto al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, laddove è costretta a svolgere una lunga serie di servizi sconnessi dai propri compiti istituzionali, che potrebbero cessare con la confluenza in un unico Corpo di Polizia alle dipendenze del Ministero dell’Interno. Immagino, e presumo, che la stessa cosa valga pure per i colleghi della Finanza, della Forestale e delle altre Forze dell’Ordine frastagliate nelle diverse amministrazioni.
Tra l’altro, come ho già avuto modo di sostenere in passato, potrebbero essere smantellati sia i provveditorati regionali dell’amministrazione penitenziaria che lo stesso Dipartimento di Largo Daga che potrebbe cedere le sue funzioni residuali al Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, all’interno del quale istituire una Direzione Generale dell’esecuzione penale (magari comprendente anche la Giustizia Minorile).
Indubbiamente, all’unificazione delle forze di polizia conseguirebbe anche la ristrutturazione di un vasto settore della pubblica amministrazione, a tutto vantaggio delle finanze pubbliche e in perfetta filosofia spending review. Last but not least … sono anche convinto che, lontano dal DAP, crollerebbe il consumo di Maloox, Gaviscon, Tavor e Lexotan tra gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria (pur continuando a fare lo stesso, identico, lavoro di prima).
Scritto da: Giovanni Battista De Blasis