DUE UFFICIALI ITALIANI SUPERANO IL CORSO E INDOSSANO IL PRESTIGIOSO BERRETTO VERDE
(di MARISTELLA MASSARI) – Zaino da 70 kg in spalla e via a scalare montagne, guadare fiumi, attraversare ponti fatti di corda, macinare fino a 70 chilometri con gli anfibi nel fango, sotto la pioggia, con la neve o con il sole che spacca le pietre, spesso superando prove durissime. Dopo quindici mesi di addestramento durissimo, un ufficiale della Marina Militare tarantino, il sottotenente di vascello Giuseppe De Cesare, l’altro ieri ha ottenuto il prestigioso «Green Beret» dei Royal Marines, portando a compimento lo «Young Officers Course» presso il «Commando Training Centre Royal Marines».
Complessivamente al prestigioso corso hanno preso parte 33 ufficiali, di cui solo due italiani, il sottotenente tarantino De Cesare e il guardiamarina Antonio De Simone di Lagonegro, in provincia di Potenza. Un’esperienza unica, piena di sacrifici e di grandi emozioni per i due giovani ufficiali della Marina italiana. Riconosciuto come uno dei corsi di fanteria più difficili al mondo, lo «Young Officers Course» si svolge in condizioni al limite dell’impossibile.
De Cesare, figlio di un carabiniere e di una poliziotta, non ha mai mollato e alla fine ce l’ha fatta.
Il corso dei «Royal Marines» inglesi è considerato uno tra i corsi di fanteria più duri al mondo ed impone il raggiungimento di eccezionali standard psicofisici. Sempre gli stessi a partire dalla seconda guerra mondiale. I giovani ufficiali vengono forgiati a diventare comandanti di un’unità di fanteria di Marina pronti ad operare in aree di operazione ostili, con mezzi speciali, terrestri, da sbarco ed elicotteri. Dopo una dura selezione iniziale svoltasi presso la scuola dei «Marines» inglesi di Lympstone, i due ufficiali italiani hanno affrontato prove in ogni tipo di ambiente.
Hanno sperimentato il deserto, la montagna e la giungla. Hanno sopportato severe condizioni climatiche. Si sono specializzati nell’impiego di armi ed equipaggiamenti sofisticati e hanno avuto modo di approfondire la conoscenza delle procedure tecnico-tattiche del combattimento terrestre.
Al fianco degli esperti colleghi inglesi, i due giovani ufficiali della Marina militare italiana, hanno affrontato prove selettive durissime come la marcia veloce di 12 miglia gravati da un peso di 35 chili oppure la «Young Officers Marines Peace», una marcia di 70 chilometri su terreni impervi e con 70 chili di equipaggiamento individuale e la famigerata e temutissima «30 Miler» che prevede 30 miglia, vale a dire 48,3 chilometri, di cross-country con 20 chili di equipaggiamento ed arma individuale.
Hanno sofferto, provato la fatica, il freddo, il dolore, si sono immersi nelle acque gelide e nel fango molle, si sono calati dagli elicotteri, si sono arrampicati, hanno corso trasportando sulla schiena un collega, hanno spinto fino al limite il loro livello di sopportazione della stanchezza. Hanno stretto i denti e sono andati avanti, sempre davanti agli inglesi, per difendere l’onore dell’uniforme che indossano.
I due ufficiali italiani, dopo la cerimonia di consegna del basco verde che si è tenuta in Inghilterra lo scorso 7 dicembre, tra qualche giorno faranno ritorno in Italia con destinazione Brindisi per l’impiego nella Brigata San Marco della Marina Militare. (La Gazzetta del Mezzogiorno)