Droni del Mossad da una base segreta e un anno di preparazione: così Israele ha colpito l’Iran in una notte
Un’operazione preparata per anni, eseguita in una notte. Secondo fonti israeliane citate da “Times of Israel” e “Channel 12”, Israele ha lanciato un attacco coordinato contro l’Iran colpendo postazioni missilistiche e siti strategici dall’interno del territorio iraniano, grazie a una base segreta di droni costruita dal Mossad vicino Teheran.
L’intelligence israeliana avrebbe infiltrato sul suolo iraniano veicoli camuffati con tecnologie avanzate e unità di commando che hanno piazzato missili di precisione accanto a sistemi di difesa aerea iraniani. L’operazione, frutto di “una pianificazione audace e dirompente”, ha neutralizzato i radar e le batterie Sm iraniane, aprendo la strada alla superiorità aerea israeliana. Tra gli obiettivi colpiti figura anche l’impianto nucleare di Natanz, che secondo “Channel 12” sarebbe stato completamente distrutto.
Secondo quanto emerso, il Mossad ha istituito una base segreta per droni esplosivi nella zona di Esfajabad, a ridosso di Teheran, dove si trovano piattaforme missilistiche terra-terra ritenute una minaccia strategica. I droni, infiltrati in anticipo, sono stati attivati durante l’attacco per colpire direttamente le batterie missilistiche, neutralizzandole. Parallelamente, squadre di commando del Mossad hanno piazzato sistemi di lancio per munizioni guidate di precisione in aree aperte nei pressi di batterie antiaeree (Sam) nel centro dell’Iran. Le armi, rimaste in stato di attesa fino all’inizio dell’operazione, sono state attivate in simultanea per colpire con “notevole precisione” obiettivi predefiniti. Si tratta, secondo fonti della sicurezza israeliana citate dai media ebraici, di “un’operazione chirurgica condotta con pensiero innovativo, pianificazione audace e impiego di tecnologie avanzate, forze speciali e agenti sul campo capaci di sfuggire completamente all’intelligence iraniana”.
Una terza linea di azione ha riguardato la rete di difesa aerea iraniana. Il Mossad avrebbe infatti contrabbandato all’interno del Paese sofisticate tecnologie di attacco montate su veicoli civili dall’aspetto ordinario. Al momento stabilito, tali sistemi hanno lanciato i loro carichi distruttivi contro le installazioni radar e i centri di comando più sensibili, rendendo vulnerabile lo spazio aereo iraniano e consentendo agli aerei israeliani di operare con libertà e superiorità aerea. Le azioni sul campo hanno avuto l’obiettivo di anticipare e disinnescare qualsiasi capacità di rappresaglia da parte dell’Iran, colpendo in particolare le infrastrutture missilistiche che minacciavano centri abitati e installazioni strategiche in Israele.
A livello tattico, l’intera offensiva ha avuto come fulcro la combinazione tra guerra elettronica, infiltrazione sul campo e uso massiccio di droni. Fonti israeliane citate dai media ebraici sottolineano che il Mossad ha operato “in piena sinergia con l’esercito israeliano”, sfruttando una rete logistica interna all’Iran costruita negli anni, attraverso la quale sono stati fatti entrare armi, veicoli e sistemi di comando. Secondo quanto riportato da “Channel 12”, uno degli obiettivi principali dell’attacco è stato il sito nucleare di Natanz, dove si trovano centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. La struttura è stata pesantemente danneggiata. Intanto, oltre 100 droni sarebbero stati lanciati dall’Iran in risposta, ma le forze di difesa israeliane (Idf) hanno già intercettato la maggior parte dei velivoli.