Dopo lo scandalo dei conti spiati, Intesa Sanpaolo si blinda: il generale dei Carabinieri De Vita nuovo Chief Security Officer
Un volto noto delle forze dell’ordine italiane approda ai vertici del più grande gruppo bancario del paese. Il Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, proporrà al Consiglio di Amministrazione la nomina del generale di corpo d’armata dei Carabinieri Antonio De Vita come nuovo Chief Security Officer del gruppo.
La mossa, che verrà formalizzata nella riunione del CdA prevista per la prossima settimana, segna un importante passo avanti nella strategia di Intesa Sanpaolo per rafforzare la propria posizione in materia di sicurezza e cybersecurity.
De Vita: un curriculum di tutto rispetto
Il generale De Vita porta con sé un bagaglio di esperienza invidiabile. Fino al suo recente pensionamento a luglio, ha ricoperto ruoli di primo piano nell’Arma dei Carabinieri, supervisionando le operazioni nelle regioni di Puglia, Campania, Abruzzo e Molise. La sua competenza in materia di sicurezza è indiscussa, e dal 1° settembre è già entrato a far parte dello staff di Messina come senior advisor sui temi della sicurezza e cyber.
Una risposta alle sfide del settore bancario
La nomina di De Vita arriva in un momento delicato per il settore bancario, alle prese con minacce sempre più sofisticate in ambito cybersecurity. L’esperienza del generale sarà fondamentale per guidare la nuova area di sicurezza, che riporterà direttamente al Consigliere Delegato.
Questa mossa strategica potrebbe essere interpretata anche come una risposta decisa ai recenti episodi che hanno coinvolto l’istituto, come il caso degli accessi fraudolenti ai conti correnti avvenuti nella filiale di Bitonto.
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Un segnale forte al mercato
Con questa nomina, Intesa Sanpaolo lancia un segnale forte al mercato e ai propri clienti: la sicurezza è una priorità assoluta. L’arrivo di una figura del calibro di De Vita dimostra l’impegno del gruppo nel voler essere all’avanguardia nella protezione dei dati e nella prevenzione delle frodi.
Il settore bancario guarda con interesse a questa mossa, che potrebbe segnare l’inizio di una nuova tendenza nell’approccio alla sicurezza da parte degli istituti finanziari.
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