Difesa Europea senza gli USA? Meloni avverte: il rischio è altissimo
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso perplessità sulle iniziative europee volte a garantire sicurezza all’Ucraina senza il supporto degli Stati Uniti. Secondo Meloni, i piani promossi da Emmanuel Macron e Keir Starmer non tengono conto della necessità di un’azione congiunta tra Unione Europea e Washington, dato il ruolo centrale della NATO nella difesa occidentale.
Il pragmatismo strategico di Meloni
La posizione di Meloni è dettata da un approccio pragmatico. Attualmente, l’Europa non può prescindere dal supporto militare e logistico degli Stati Uniti, che dispongono del più avanzato arsenale nucleare al mondo e di una rete di intelligence senza pari. Nonostante le incertezze della presidenza Donald Trump sul sostegno all’Ucraina, Meloni ritiene imprescindibile mantenere una stretta collaborazione transatlantica. Ha quindi espresso forte scetticismo sull’idea di inviare truppe europee in Ucraina senza il coinvolgimento diretto di Washington.
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Una strategia di mediazione
Oltre al realismo strategico, la posizione di Meloni è dettata anche da un calcolo tattico. La premier italiana punta a ritagliarsi un ruolo da mediatrice tra l’Europa e gli Stati Uniti, cercando di favorire un dialogo costruttivo tra le parti. Meloni ha dichiarato la necessità di “costruire ponti” tra le due sponde dell’Atlantico, presentando l’Italia come interlocutore privilegiato nel negoziato internazionale.
Questa strategia le permette anche di mantenere un delicato equilibrio tra le posizioni contrastanti all’interno del suo governo: da un lato, Antonio Tajani, favorevole a una difesa comune europea; dall’altro, Matteo Salvini, sostenitore di Trump e propenso a una rapida distensione con Mosca.
L’idea di un nuovo articolo 5 della NATO
Per dare solidità alla sua strategia, Meloni ha avanzato una proposta ambiziosa: estendere all’Ucraina le garanzie di sicurezza previste dall’articolo 5 della NATO. Questo articolo stabilisce che un attacco a un membro dell’alleanza implichi una risposta congiunta di tutti gli alleati. Secondo Meloni, anche senza un’adesione formale alla NATO, l’Ucraina dovrebbe beneficiare di tali tutele, garantendo così una deterrenza contro eventuali nuove aggressioni da parte della Russia.
Tuttavia, questa proposta appare di difficile attuazione, poiché non ha precedenti nella storia della NATO e richiederebbe un consenso unanime tra gli alleati, incluso Trump, che si è più volte espresso contro un’ingerenza americana nel conflitto ucraino.
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L’incontro con i leader europei
Durante la riunione del 17 febbraio a Parigi, Meloni ha ribadito la sua contrarietà all’invio di truppe europee in Ucraina, sottolineando l’importanza di un approccio strategico e non emotivo. Ha inoltre criticato il formato dell’incontro, che escludeva alcuni stati membri dell’UE, e manifestato insofferenza verso l’atteggiamento di Macron, considerato eccessivamente interventista.
Le tensioni con Trump e il futuro dell’Italia nella NATO
Un altro nodo cruciale per la politica estera italiana riguarda il rapporto con Trump. Dopo il burrascoso incontro tra Volodymyr Zelensky e Trump alla Casa Bianca, Meloni è stata l’unica tra i principali leader europei a non esprimere pubblicamente solidarietà all’Ucraina. Tuttavia, ha dichiarato la necessità di un vertice immediato tra Stati Uniti, Europa e alleati per discutere le future strategie di difesa.
Trump ha più volte ribadito la sua contrarietà all’ingresso dell’Ucraina nella NATO, sostenendo che un simile passo sarebbe un’escalation pericolosa nelle relazioni tra Occidente e Mosca. Per questo motivo, Meloni sta cercando una soluzione intermedia che possa risultare accettabile per la nuova amministrazione americana.
La sfida per l’Europa
Meloni teme che un’Europa militarmente più indipendente dagli Stati Uniti finisca per rafforzare l’influenza di Francia e Regno Unito, gli unici paesi UE dotati di un arsenale nucleare e di un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Questo potrebbe ridimensionare il ruolo dell’Italia nel contesto strategico europeo, un’eventualità che Meloni vuole evitare.
Per ora, la premier italiana sembra decisa a mantenere una posizione attendista, cercando di influenzare il dibattito senza prendere decisioni drastiche. La sua sfida sarà convincere sia gli alleati europei che gli Stati Uniti a sostenere la sua visione di una sicurezza transatlantica condivisa.
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