Dieci anni di calvario per un’accusa di falso in due relazioni di servizio. Assolto Brigadiere della Guardia di Finanza
Dieci anni tra inchiesta e processo. Poi è arrivata l’assoluzione per tutti i reati contestati, due episodi di falso ideologico e la calunnia.
Un sospiro di sollievo per il brigadiere della Guardia di Finanza Massimo Zuin, 53enne del Padovano, accusato di aver attestato il falso in due relazioni di servizio ovvero di avere assistito personalmente in due occasioni, il 24 e il 29 dicembre 2010, allo scambio di un involucro tra un albanese e un tunisino.
Così il pm Emma Ferrero, che coordinava l’indagine sulla rete di spaccio tra magrebini e albanesi, aveva messo sotto inchiesta anche il sottufficiale per falso ideologico (l’accusa era di aver redatto due annotazioni di servizio non veritiere) e di calunnia ai danni dell’albanese O.K. accusandolo di aver ceduto un involucro di sostanza stupefacente a un tunisino «sapendolo innocente».
In aula il pm ha chiesto la condanna per calunnia e l’assoluzione per i due episodi di falso (uno per intervenuta prescrizione mentre l’altro nel merito); il difensore, il penalista Pietro Someda, ha replicato sollecitando l’assoluzione per tutto. Il giudice Vincenzo Santoro ha pronunciato l’assoluzione nel merito per un falso (pur azzerato dalla prescrizione); per l’altro episodio di falso ideologico, come per la calunnia, ha dichiarato il non luogo a procedere (è trascorso troppo tempo e l’azione penale non può più essere esercitata).
Il brigadiere Zuin – una carriera integerrima e tanti anni di lavoro sul campo – stava svolgendo accertamenti su un traffico di droga che coinvolgeva balcanici (tra cui l’albanese O.K.) e magrebini. Accertamenti che venivano portati avanti pure dalla Squadra mobile veneziana. Non a caso nell’aprile 2011 (un anno dopo le due contestate relazioni) l’albanese O.K. – “calunniato” dal brigadiere secondo quanto contestato nel processo – sarà arrestato dai carabinieri nella stanza di un albergo a Padova con un chilo e mezzo di eroina. Tuttavia in procura arrivano due “punti di vista diversi”: da un lato le relazioni servizio del brigadiere che conferma di aver visto di persona uno scambio tra un tunisino e l’albanese intorno alle ore 20 del 24 dicembre di 10 anni fa e di aver pedinato sempre i due stranieri alle 18.45 del 29 dicembre. Tuttavia secondo altri rapporti di forze di polizia trasmessi al pm Ferrero, quello scambio e quell’incontro non sarebbero avvenuti sulla base di tabulati telefonici e intercettazioni. Così il sottufficiale è finito da investigatore a indagato. A processo sono stati interrogati diversi testimoni. Secondo il consulente della difesa, le celle telefoniche agganciate non erano incompatibili con la tempistica descritta dal brigadiere Zuin nelle relazioni di servizio.
Redazione articolo il Mattino di Padova