Detenuto evade dal carcere con l’aiuto di un drone
Ha 39 anni ed è di origini albanesi l’uomo che è evaso dal carcere di Teramo la scorsa notte: il detenuto avrebbe scavalcato il muro di cinta tagliando le sbarre e calandosi di sotto, dal terzo piano, con una grossa corda simile a quella utilizzata dai rocciatori. Un aspetto saliente della vicenda è il sospetto aiuto da parte di un drone.
“Si sospetta l’aiuto di un drone per la consegna di strumenti utili con i quali in detenuto albanese ha effettuato l’evasione in nottata dal carcere di Teramo. La scoperta della fuga solo questa mattina.”
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A riferirlo è Gino Ciampa FP CGIL Polizia Penitenziaria per l’Abruzzo: “In questo momento sono al vaglio le registrazioni di tutte le telecamere del penitenziario di Teramo per cercare di comprendere l’esatta dinamica dell’evasione messa in atto dal detenuto albanese, ristretto per reati comuni, che questa notte è evaso dal penitenziario. Dalle prime analisi, potrebbe essere stata fondamentale la consegna di strumenti con un drone.”
Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Se fosse confermata la versione che vede l’utilizzo di un drone per l’evasione di questa notte, ci troveremmo di fronte ancora una volta alla prova evidente del ritardo tecnologico con cui la Polizia Penitenziaria è costretta a lavorare per garantire la sicurezza delle carceri italiane. Il mix devastante di carenza di personale e mancato adeguamento delle tecnologie, sta creando un confronto impari tra chi ha commesso reati e la Polizia Penitenziaria che ha il compito di garantire l’espiazione della pene più gravi nelle carceri.”
“Il ritardo – conclude Manna – non è solo tecnologico, ma anche di attenzioni da parte del Governo che continua a propagandare miglioramenti citando l’acquisto per la Polizia Penitenziaria di manganelli, scudi e guanti antitaglio, mentre armi, droga e strumenti per evasioni arrivano con i droni.”
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