Carabinieri

Delitto di Pescara, anche il testimone è figlio di un carabiniere: Ecco come hanno massacrato Thomas

Proseguono le indagini sull’omicidio di Thomas Luciani, un caso che ha scosso la comunità di Pescara. Un testimone chiave è recentemente emerso, fornendo dettagli che potrebbero rivelarsi determinanti per la risoluzione del caso.

Secondo le informazioni riportate da La Stampa, il testimone ha dichiarato di aver visto Luciani la notte del delitto in compagnia di due individui sospetti. La testimonianza, raccolta dagli inquirenti, offre nuovi spunti investigativi, indirizzando l’attenzione delle autorità su persone che finora non erano state considerate.

Thomas Luciani, un giovane di 24 anni, è stato trovato morto nel suo appartamento nel centro di Pescara il mese scorso. Le circostanze della sua morte erano apparse subito misteriose, con segni di violenza sul corpo che hanno portato gli investigatori a sospettare un omicidio premeditato. La famiglia di Luciani, devastata dalla tragedia, ha fatto appello affinché chiunque avesse informazioni si facesse avanti, contribuendo così a trovare i responsabili.

Il Super Testimone

Un giovane di 16 anni ha fornito agli inquirenti una dettagliata testimonianza sull’omicidio di Thomas Luciani, avvenuto domenica scorsa a Pescara. Il suo resoconto getta nuova luce su un crimine che ha scosso la comunità locale.

Secondo il testimone, l’incontro fatale è iniziato intorno alle 15:40 di domenica. Andrea, figlio di un’avvocata pescarese, aveva un appuntamento con Luciani per riscuotere un debito di circa 200-300 euro, presumibilmente legato a questioni di droga. Il testimone ha dichiarato che Andrea era noto per vendere hashish e che anche Luciani era coinvolto in attività legate agli stupefacenti.

La situazione è rapidamente degenerata in violenza. Il testimone descrive una scena agghiacciante: “Andrea ha continuato ad accoltellarlo. Hanno detto che gli ha dato 15 coltellate e uno dei due ragazzi, che poi ha preso il coltello, con una lama nera, gliene ha date altre 10.” Il testimone, sconvolto, si è allontanato raggiungendo altri amici presenti nelle vicinanze.

Dopo l’aggressione, il gruppo si è diretto verso la spiaggia della Croce del Sud, dove hanno fatto il bagno come se nulla fosse accaduto. Andrea avrebbe portato con sé un calzino insanguinato contenente l’arma del delitto, che ha poi gettato tra gli scogli. Nonostante le ricerche dei sommozzatori dei vigili del fuoco, il coltello non è stato ancora recuperato.

Il testimone ha espresso il suo sgomento di fronte agli eventi: “Io durante il delitto ero allibito, non sapevo cosa fare. Volevo fermarli ma non sapevo come.” Ha descritto gli aggressori come “fuori di testa” durante l’attacco.

È stato grazie al coraggio del testimone, che ha condiviso quanto accaduto con suo fratello e successivamente con suo padre, un tenente colonnello dei carabinieri, che le autorità sono state allertate e il corpo della vittima è stato ritrovato.

Anche uno dei due presunti assassini è figlio di un militare dell’Arma, per l’esattezza di un maresciallo comandante di una stazione vicino Pescara.

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