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Da baluardi della natura a inquilini indesiderati: il triste destino dei Carabinieri Forestali di Terni

A otto anni dall’assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri, conclusosi il 31 dicembre 2016, emerge l’ennesimo tassello fuori posto in questa complessa transizione. Questa volta, il teatro dell’assurdo si apre a Terni, dove i Carabinieri Forestali sono stati protagonisti involontari di un trasloco che ha del grottesco.

‘L’Identità Forestale a Rischio’

Sergio Pappone, Segretario Generale del SIM Carabinieri dell’Umbria, non usa mezzi termini nel descrivere la situazione: “L’identità dei Carabinieri Forestali è in gioco. Non possiamo permettere che il loro lavoro venga sminuito da decisioni impulsive e mal pianificate.”

Da Via Bramante all’Angolo di un Corridoio

Ma cosa è successo esattamente? Pappone spiega: “Dalla sede storica di via Bramante, i Carabinieri forestali sono stati relegati nella sede del Comando Provinciale dei Carabinieri, un cambiamento che ha scatenato una serie di ripercussioni negative.”

Uffici Dispersi e Sale Riunioni Trasformate: Il Tetris Burocratico

Il quadro che emerge è desolante. “La nuova sistemazione, caratterizzata da spazi inadeguati, ha visto i Forestali accatastati in uno stanzone, privati di una struttura dignitosa e funzionale,” denuncia Pappone. “I vari uffici sono stati dispersi tra i reparti territoriali; la sala convegno e la sala riunioni del Comando Provinciale trasformati in magazzino ed un ufficio sovraffollato, creando confusione e disorientamento.”

Oltre le Scartoffie: Il Prezzo Umano della Disorganizzazione

Ma il disagio non è solo logistico. Pappone sottolinea: “Il malessere tra il personale è palpabile. I Carabinieri Forestali, già provati da un lavoro che richiede impegno e dedizione, si trovano ora a fronteggiare un ambiente di lavoro poco motivante.”

Lo Sfratto Annunciato

L’assurdità della situazione si aggrava quando si scopre che questo trasloco frettoloso è stato la soluzione a un “probabile sfratto, preannunciato da tempo”. Un’azione che sa più di improvvisazione che di pianificazione strategica.

“La provvisorietà della loro condizione ha generato un clima di sfiducia e sgomento,” continua Pappone, “alimentato dall’incertezza nei tempi di realizzazione dei lavori di adeguamento e dalla mancanza delle risorse necessarie alla realizzazione dei nuovi uffici, rispetto ai progetti iniziali.”

Il Segretario Generale lancia un monito alle autorità: “È fondamentale che le autorità competenti intervengano immediatamente per ripristinare la dignità del nostro personale forestale. Se si continua su questa strada, si rischia di compromettere non solo la funzionalità del comparto, ma anche la sicurezza ambientale della provincia.”

Otto Anni Dopo: L’Integrazione è Ancora un Miraggio

A distanza di otto anni dallo scioglimento del Corpo forestale dello Stato, ci si aspetterebbe una situazione ben rodata e funzionale. Invece, episodi come questo di Terni dimostrano quanto ancora ci sia da fare per una vera integrazione che rispetti l’identità e le esigenze specifiche dei Carabinieri Forestali.

 In questo scenario preoccupante, ci si chiede quale sarà il prossimo passo. Forse trasferire il CUFAA (Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari) in un qualche stanzone del Comando Generale?

È giunto il momento che le istituzioni si sveglino dal loro letargo burocratico e agiscano. La natura non aspetta, e nemmeno la pazienza dei nostri valorosi Carabinieri Forestali. Restituiamo loro una sede dignitosa, prima che l’unica foresta che potranno proteggere sia quella di scartoffie che li circonda!

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