Crosetto: “Proporrò una riforma completa delle Forze Armate e la scriveremo con i militari”
Al Covi il ministro della Difesa annuncia un cambio di rotta: “Non un decreto, ma un confronto in Parlamento. A parlare saranno i militari”
Una riforma nata dal confronto, non dai palazzi
Durante la celebrazione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, presso il Centro Operativo di Vertice Interforze (Covi) a Roma, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato una svolta nel metodo e nei contenuti della futura riforma della Difesa.
“Proporrò non un decreto legge ma una discussione a Camera e Senato per arrivare a comporre una riforma completa delle Forze Armate. E per evitare che questa cada nella stupidità delle contrapposizioni politiche, manderò nelle commissioni a parlare i militari. Perché questa riforma la scriverò con i militari e sarà quella voluta dai militari”, ha dichiarato Crosetto, dopo i collegamenti con i vari teatri operativi nel mondo.
“Non sarà la riforma del ministro, ma quella delle Forze Armate”
Crosetto ha insistito sulla necessità di una partecipazione diretta dei militari al processo di riforma. “Questa non deve essere la riforma del ministro della Difesa, perché se lo fosse sarebbe destinata a infrangersi sulla stupidità dello scontro politico. Io la scriverò con le Forze Armate e la considero la riforma che vogliono le Forze Armate”, ha spiegato.
“In Parlamento parleranno i militari, non i politici”
Crosetto ha annunciato un cambio di paradigma nel rapporto tra politica e Difesa, affermando che nelle commissioni parlamentari non saranno il ministro o i sottosegretari a intervenire, ma i rappresentanti delle Forze Armate. “Voglio che sia un militare – ha spiegato – a guardare in faccia chi legifera e raccontare la realtà dei teatri operativi, perché chi ha vissuto l’Afghanistan o Gaza conosce condizioni di lavoro e rischi che non possono essere paragonati a quelli di un contesto civile”. Il ministro ha aggiunto che la responsabilità di ciò che accade nelle missioni non può ricadere sui vertici militari, ma deve essere compresa nella sua complessità operativa. “Sono questioni che vale la pena discutere – ha ribadito –. Le cose da cambiare non le può conoscere solo il ministro: devono emergere dalla base, da chi vive ogni giorno la realtà delle Forze Armate”.
“La legge 244 va buttata via: serve più personale e più tutele”
Uno dei punti centrali toccati da Crosetto riguarda la legge 244, che fissa il limite del personale della Difesa a 170mila unità. “Dobbiamo buttarla via – ha detto –. Lo spirito con cui è nata è morto. Il personale va aumentato e servono garanzie a tutela del personale”.
Il ministro ha collegato la questione numerica a quella della qualità e del benessere del personale militare: “Mentre parliamo di scudo e guerra ibrida dobbiamo anche parlare di alloggi. Bisogna iniziare a parlare di requisiti, le Forze Armate devono essere efficienti”.
Covi, il cuore operativo della Difesa italiana
L’intervento di Crosetto è avvenuto al Comando Operativo di Vertice Interforze, struttura che coordina e dirige le operazioni e le esercitazioni militari in ambito nazionale e internazionale nei cinque domini: terra, mare, cielo, spazio e cyber. Il Covi assolve inoltre alle funzioni di organismo di staff del Capo di Stato Maggiore della Difesa per la pianificazione strategica e la coordinazione delle missioni.
Una riforma dal basso, costruita insieme ai militari
Crosetto ha infine ribadito che il cambiamento dovrà nascere dal dialogo interno alle Forze Armate: “Le cose che non funzionano non può conoscerle solo il ministro. Può intuirne alcune, ma la spinta deve arrivare dalla base”.
Un messaggio chiaro: la riforma della Difesa dovrà essere partecipata, condivisa e costruita da chi ogni giorno serve il Paese in uniforme, con l’obiettivo di rendere le Forze Armate più forti, più moderne e più umane.
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