Crosetto nel mirino degli hacker: «Gli attacchi informatici sono guerra. È il momento di reagire»
Un attacco che non è un episodio qualunque
Non si tratta di un semplice furto di account: l’hackeraggio del profilo X del ministro della Difesa Guido Crosetto rappresenta un campanello d’allarme per la sicurezza nazionale. Giovedì sera sul suo profilo sono comparsi messaggi truffa che invitavano a donare criptovalute per cause inventate, dal funerale di Armani a Gaza.
Crosetto è riuscito a riprendere il controllo dell’account, ripulendolo dai post fraudolenti, ma l’episodio lascia aperti interrogativi inquietanti: come hanno fatto gli hacker a superare sistemi di sicurezza così sofisticati?
La denuncia e il rapporto atteso da X
Il titolare di via XX Settembre presenterà nei prossimi giorni — probabilmente già lunedì — una denuncia formale. Nel frattempo attende il rapporto ufficiale della società di Elon Musk per capire le modalità dell’attacco.
Crosetto sottolinea: «Mi hanno cambiato mail, hanno superato controlli molto alti. Non è una cosa qualsiasi». Per un ministro della Difesa, l’episodio assume un rilievo ben diverso rispetto a quello che può capitare a un comune cittadino.
«Cyberwarfare»: la nuova frontiera dei conflitti
Crosetto non ha dubbi: la guerra oggi non si combatte solo con le armi tradizionali. «Da anni avverto che la nuova guerra passa per la cybersicurezza: hackeraggi, furti di dati, disinformazione globale. Sono in atto vere guerre ibride. È ora di cambiare le regole e reagire, non basta più difendersi».
Un avvertimento che riecheggia in un contesto internazionale in cui Russia e Cina vengono spesso accusate di cyberattacchi su larga scala, ma in cui — ammette il ministro — è impossibile escludere perfino manovre di spionaggio tra alleati.
Il rebus Ucraina e la strategia dei “Volenterosi”
Sul fronte della guerra convenzionale, Crosetto ribadisce che la situazione in Ucraina resta drammatica: «Un mese fa ero più ottimista, ma oggi la Russia continua ad attaccare senza sosta. Sta consolidando la sua occupazione, mentre per Kiev è una guerra di sopravvivenza».
Quanto alle mosse dei cosiddetti Volenterosi, il ministro è netto: «Pensare oggi a eserciti sul campo è come discutere di sedie in una casa che l’architetto non ha ancora progettato. Serve una nuova strategia, dobbiamo cambiare il tavolo delle regole». La sua ricetta resta riservata, «perché rivelarla significherebbe aiutare chi la pace non la vuole».
Un messaggio alle Forze Armate italiane
Durante la cerimonia di rientro della Brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli dall’operazione Unifil in Libano, Crosetto ha ribadito il senso della missione italiana all’estero: «Non andiamo per mostrare potenza, ma per mettere quei Paesi nelle condizioni di crescere e camminare da soli. E pretendo che nessuno metta a rischio l’incolumità dei nostri soldati».
Un richiamo forte, che lega la dimensione militare tradizionale a quella digitale: sul campo come nel cyberspazio, la sfida è proteggere sicurezza, dignità e futuro.
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