Il ministro della Difesa Guido Crosetto, ospite a “Quarta Repubblica” su Rete4, ha dichiarato che gli attuali livelli di difesa nel nostro paese, al momento, non sono nemmeno avvicinabili a quelli ucraini. «La nostra difesa militare al momento non è a un livello accettabile secondo me, se avessimo subito un attacco come quello in Ucraina sarebbe diverso», ha precisato.
«Ho detto diverse volte che Macron non deve parlare a nome della Nato: l’Italia non ha mai pensato di mandare soldati in Ucraina semplicemente perché non è in guerra, ma aiuta uno Stato aggredito. Mandare aiuti è diverso da mandare truppe, perché in quel caso si dichiarerebbe guerra», ha dichiarato.
«Il terrorismo – ha aggiunto il ministro – non è mai finito. I nostri militari sono impegnati in Iraq, in Kuwait, combattono l’Isis, sono in Africa. Il terrorismo è un fenomeno che quotidianamente le nostre forze armate e le nostre forze di polizia combattono, cercano di prevenire e in qualche modo di sconfiggere. Tutti i giorni ci sono attentati terroristici, magari non in Italia, non solo in Europa. È un fenomeno che esiste, sempre presente, che viene combattuto quotidianamente».
Ieri il Viminale ha confermato l’allerta in vista della settimana di Pasqua. Roma sarà attenzionata speciale, per ovvi motivi religiosi. Ma continuano ad essere monitorati gli obiettivi sensibili in tutto il Paese, soprattutto quelli che hanno un qualche collegamento con Israele. Perché se è vero che il jihadismo “è indipendente dai teatri di guerra”, resta scontato che il conflitto in corso a Gaza contribuisce ad innalzare i pericoli.
Durante l’intervista, il ministro si scalda quando il discorso vira sull’altra guerra, quella in Ucraina. Crosetto si dice sorpreso dalle tante manifestazioni pacifiste “pro-Gaza”, cortei in cui si intima a Israele di deporre le armi ma dove nessuno ha mai osato chiedere una tregua per l’Ucraina. Come mai? “Una parte del Paese – dice il ministro – si scandalizza per i morti” a targhe alterne. “Io vorrei una risoluzione Onu anche per l’Ucraina, oppure per entrambe, invece si vede sempre questo doppiopesismo che divide le comunità”.
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