Crisi nelle Forze Armate italiane: stipendi erosi dall’inflazione, diritti negati e libertà d’espressione sotto attacco
ROMA – “Un paese che spegne il pensiero libero non è un paese libero”. Con queste parole taglienti, il sindacato ITAMIL lancia un grido d’allarme sulla condizione delle Forze Armate italiane, in un momento storico segnato da crescenti difficoltà economiche e professionali.
Il peso dell’inflazione sulle divise
I numeri parlano chiaro: secondo i dati ISTAT del 2024, l’inflazione ha registrato un incremento del 7,6% rispetto all’anno precedente. “Nel triennio 2022-2024, la perdita del potere d’acquisto per i lavoratori delle Forze Armate ha superato il 12%”, denuncia ITAMIL. Un dato che si traduce in una drammatica erosione degli stipendi reali.
Contratto “beffa” e disparità di trattamento
Il rinnovo del contratto 2022-2024 viene definito dal sindacato “un insulto”, con risorse “talmente scarse da sembrare una provocazione”. Emergono inoltre disparità significative nel trattamento degli straordinari tra Forze Armate e Forze di Polizia, creando una frattura inaccettabile all’interno del comparto sicurezza.
Repressione del dissenso
“Se un politico viene indagato per tangenti, certi politici si indignano e gridano al complotto. Se un sindacalista militare subisce pressioni per aver osato criticare chi governa, regna il silenzio”, tuona ITAMIL. Il sindacato denuncia l’avvio di procedimenti disciplinari contro dirigenti sindacali, rei solo di aver esercitato il diritto costituzionale alla libertà di espressione.
Le criticità operative
Il comunicato evidenzia anche problematiche operative quotidiane: “Vestiario e dotazioni inadeguate per chi rischia la vita sul campo”, mentre “il dialogo tra governo e rappresentanze sindacali militari è praticamente inesistente”.
L’appello alla mobilitazione
“La nostra fede nella Costituzione, scritta con il sangue di chi ha sacrificato la vita per la libertà, ci impone di non mollare”, conclude il comunicato. ITAMIL si impegna a “svegliare le coscienze” in un momento in cui l’opposizione viene descritta come “dormiente” e il popolo appare “rassegnato, troppo impegnato a sopravvivere”.
La denuncia del sindacato militare apre uno squarcio su una realtà troppo spesso ignorata dai media mainstream, più interessati al “teatrino della politica” che ai problemi concreti di chi serve il Paese in uniforme. Una situazione che richiede risposte immediate e concrete da parte delle istituzioni.
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