CORVI E STELLETTE: SOSTITUITI CAPI DI STATO MAGGIORE MARINA E AERONAUTICA.’GOLE PROFONDE’ VOLEVANO L’ALTERNANZA AI VERTICI DELLA DIFESA?
(Aspirina per Dagospia) – Corvi e stellette. Sarà un caso, ma gli ultimi due capi di stato maggiore di forza armata sostituiti (De Giorgi per la Marina e Preziosa per l’Aeronautica) sono stati oggetto di dossieraggio anonimo.
Il primo veniva accusato di ricevere gli ospiti a cavallo (poi dimostrato che era della polizia di New York); e di ordinare mandorle salate e champagne. Il secondo di aver fatto pressioni per verificare le condizioni di salute di un altro generale dell’Am, Carlo Magrassi; guarda caso, Magrassi è stato poi ricoverato a Firenze per arresto cardiaco. In compenso, può ancora pilotare jet militari.
Non è finita. Indossa le stellette anche il nuovo Comandante della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi, scelto dal Giglio tragico sia per la conoscenza diretta (è stato a lungo a Firenze) sia per la “vicinanza” con Michele Adinolfi che si scambiava sms al veleno con Lotti contro la proroga anticipata del predecessore Saverio Capolupo.
Il fratello di Toschi, però, è coinvolto in un processo a Milano, in cui il Pm non sembra credere alla tesi che i soldi che aveva a Lugano erano diretti al presidente dell’Inpgi, Camporese. Un teste dice che li ha consegnati a lui direttamente. Il Toschi generale è stato preferito a Luciano Carta quale comandante della GdF. E Carta spedito a guidare le scuole dell’Arma.
Il Comandante della Guardia di Finanza, formalmente, viene scelto dal ministro dell’Economia. Piercarlo Padoan, però, si è sempre tenuto lontano dai “canarini” (come viene chiamata la GdF a Via Venti Settembre). Ben diverso è stato invece l’atteggiamento della ministra Pinotti.
Tant’è che al ministero della Difesa si pensa che quest’attività di dossieraggio contro i capi di Stato maggiore sia figlia della scelta di non rispettare la logica del l’alternativa nella guida delle Forze armate. Scelta che le sarebbe stata consigliata dal suo ventriloquo: Rolando Mosca Moschini, verso il quale lo stesso Quirinale comincia a manifestare segni di insofferenza. Uno su tutti. Alla sfilata del 2 giugno non è riuscito a spostare un corazziere che gli bloccava la visuale della sfilata.