Sindacati Militari

Corrispondenza, denunce, scartoffie. Carabinieri distolti dalla sicurezza per fare i burocrati: ma il Comandante Generale sa quello che fanno i militari di servizio alla caserma?

Roma, 18 luglio 2025 – La voce è ferma, il tono deciso. Unarma – Associazione Sindacale dei Carabinieri lancia un durissimo comunicato stampa che punta il dito contro una prassi che, a detta del sindacato, si sarebbe ormai radicata nelle caserme capoluogo: l’utilizzo sistematico dei militari in compiti amministrativi non previsti dal regolamento e completamente estranei alla loro funzione primaria.

In considerazione delle numerose e pressanti segnalazioni che continuano a pervenire quotidianamente a questa Organizzazione Sindacale, si rappresenta come, in un quadro ormai sempre più diffuso e generalizzato, ai Militari di Servizio presso le Caserme Capoluogo delle Stazioni Carabinieri vengano sistematicamente richieste attività che nulla hanno a che vedere con i doveri istituzionali propri del servizio d’istituto. Nello specifico, si segnala come sia ormai divenuta prassi consolidata impiegare tali militari in compiti del tutto estranei alla loro funzione principale, quali ad esempio: approntamento della corrispondenza, ricezione di denunce di ogni genere, predisposizione di C.N.R. e altre attività burocratiche che nulla hanno a che vedere con la loro precipua funzione primaria, ossia di garantire la sicurezza della Caserma e la gestione dell’accesso del pubblico (art. 309 – 310 -311 -312 -312 R.G.A.).


Pratiche, denunce e modulistica: così si snatura il ruolo del militare

Secondo quanto riportato, i Carabinieri assegnati alla vigilanza delle caserme capoluogo – incarico centrale per la sicurezza dell’infrastruttura militare – vengono spesso distolti da questo compito per occuparsi di attività burocratiche e gestionali.

Nello specifico, si segnala come sia ormai divenuta prassi consolidata impiegare tali militari in compiti del tutto estranei alla loro funzione principale, quali: approntamento della corrispondenza, ricezione di denunce di ogni genere, predisposizione di C.N.R. e altre attività burocratiche.

Una gestione che viola apertamente gli articoli 309-312 del Regolamento Generale dell’Arma, snaturando il ruolo originario dei militari di servizio e creando un corto circuito operativo all’interno delle caserme.


Sicurezza e privacy a rischio: violato il GDPR

Non si tratta solo di impiego improprio del personale: Unarma denuncia gravi violazioni della normativa sulla privacy, con particolare riferimento alla ricezione di denunce e atti giudiziari in ambienti non idonei.

L’abitudine di ricevere denunce in ambienti non idonei sotto il profilo della privacy e della sicurezza, quali il corpo di guardia o altri locali destinati ad altre funzioni, costituisce una grave violazione delle normative vigenti.

Una prassi che espone i militari a responsabilità personali e mina i diritti dei cittadini. La violazione del D. Lgs. 196/2003 e del Regolamento UE 679/2016 (GDPR) è, secondo il sindacato, ormai palese.


Stress, rischio e responsabilità: una miscela esplosiva

C’è poi il tema, tutt’altro che secondario, dello stress lavoro-correlato. Il comunicato evidenzia il sovraccarico di compiti impropri a cui sono sottoposti i militari, con possibili conseguenze disciplinari, penali e psicofisiche.

L’esposizione sistematica dei militari a tale mole di incarichi impropri genera un carico di stress che si traduce in una evidente violazione dell’art. 28 del D. Lgs. 81/2008, che impone all’Amministrazione di valutare e prevenire i rischi da stress lavoro-correlato.

Una situazione definita come “grave alterazione del corretto impiego del personale”, che porta con sé una distorsione delle disposizioni normative di settore e rischi concreti di errori e omissioni da parte dei militari.


Unarma: “Subito un intervento, o valuteremo l’azione legale”

La richiesta di Unarma non lascia spazio a interpretazioni: ripristinare l’impiego corretto del personale militare, rispettando i limiti normativi, e intervenire urgentemente per evitare un’escalation.

Questa Organizzazione Sindacale chiede con fermezza un immediato intervento al fine di ricondurre l’impiego del personale di servizio alla caserma nei limiti delle funzioni proprie e istituzionali previste dalla normativa vigente.

Il sindacato non esclude azioni giudiziarie, qualora la situazione non dovesse rientrare nei parametri di legge.


La domanda (amara): “Il Comandante Generale è davvero consapevole?”

Il comunicato chiude con una riflessione affilata come una lama, che solleva più di un dubbio sul grado di consapevolezza dei vertici dell’Arma rispetto a quanto accade nelle periferie operative.

Ci si pone, infine, il legittimo dubbio se tali criticità siano realmente note ai vertici dell’Istituzione e, in particolare, se il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, alla luce della sua prolungata assenza dalle fila operative determinata dal lungo trascorso presso il Ministero della Difesa, sia pienamente consapevole delle gravi realtà che continuano ad affliggere il quotidiano dei Carabinieri impegnati nelle realtà periferiche territoriali.

🔎 Approfondimenti correlati

📌 Il Generale Luongo e il Ministro Lollobrigida celebrano il Patrono dei Forestali

Cerimonia a Vallombrosa con parole forti sul ruolo ambientale dell’Arma.

👉 Leggi l’articolo

🗣️ Caso Oresta, Luongo rompe il silenzio: “Il Comando deve metterci la faccia”

Una lettera diretta ai Carabinieri dopo una rimozione che fa discutere.

👉 Scopri cosa ha detto

🛡️ Disciplina e identità: il discorso di Luongo a Padova

Luongo rilancia la disciplina come “coerenza valoriale”.

👉 Approfondisci

🤔 Leadership e dissenso: il caso Oresta accende il dibattito

Un confronto interno tra benessere e disciplina nell’Arma.

👉 Leggi l’analisi

Infodifesa è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale

Cosa Aspetti? Al costo di meno di un caffè al mese potrai leggere le nostre notizie senza gli spazi pubblicitari ed accedere a contenuti premium riservati agli abbonati – CLICCA QUI PER ABBONARTI

error: ll Contenuto è protetto