Concorsi

Concorso polizia e carabinieri: usavano sosia per superare le prove

Le aspirazioni di diventare poliziotti, carabinieri, agenti penitenziari e vigili del fuoco si sono scontrate con la realtà: per superare i concorsi pubblici ed entrare nelle forze dell’ordine hanno pensato bene di ricorrere all’inganno.

La truffa per entrare nelle forze dell’ordine

La Procura di Roma ha chiuso le indagini preliminari e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per 17 uomini, accusati a vario titolo di truffa o sostituzione di persona. L’inchiesta era molto più ampia e coinvolgeva un’altra cinquantina di candidati, nei confronti dei quali tuttavia, in mancanza di solidi indizi di colpevolezza, il pm ha dovuto chiedere l’archiviazione.

Undici promossi con l’inganno

Un espediente da romanzo che però non è sfuggito alla Guardia di Finanza dell’Aquila, che dopo accurate indagini è riuscita a smascherare i furbetti del concorsone attraverso una serie di perizie calligrafiche. Undici di loro sono riusciti nell’intento di entrare in polizia, carabinieri, vigili del fuoco e nel corpo della penitenziaria, mentre gli altri sei sono stati scoperti e bocciati.

Tre tentativi falliti per Gennaro

Tra questi c’è Gennaro S. che ha tentato per ben tre volte la truffa senza successo: prima al concorso per allievi agenti nel 2017, poi l’anno successivo per entrare nella polizia penitenziaria e infine nel 2019 di nuovo per la polizia. Chissà, forse se si fosse presentato personalmente avrebbe avuto più opportunità di farcela.

L’amara ironia della sorte per aspiranti tutori dell’ordine

Ironia della sorte, proprio chi voleva servire lo Stato ne ha tradito il principio di legalità. Ora questi aspiranti tutori dell’ordine rischiano di finire nel registro degli indagati e di doversi presentare davanti ai giudici come imputati. Un’amara beffa per chi sperava di indossare una divisa ma potrebbe finire in tutt’altra uniforme.

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