Editoriale

“COMANDANTE, SIAMO CON LEI”: VILLA VERUCCHIO SI MOBILITA PER IL SUO MARESCIALLO. IL GOVERNO SI FERMA AI SOCIAL

Villa Verucchio (Rimini), 2 gennaio 2025 – La comunità riminese si stringe attorno al maresciallo Luciano Masini, comandante della stazione dei Carabinieri di Villa Verucchio, dopo i drammatici eventi della notte di San Silvestro che hanno portato alla sua iscrizione nel registro degli indagati per eccesso di legittima difesa.

Il militare, intervenuto per fermare un’aggressione che aveva già causato quattro feriti, tra cui due appena maggiorenni, si trova ora al centro di un’indagine che ha scosso l’intera nazione. La sua azione tempestiva aveva impedito conseguenze potenzialmente più gravi durante l’episodio che ha visto coinvolto Muhammad Sitta, 23enne di origine egiziana.

L’associazione commercianti “Vieni a Villa Verucchio” ha lanciato una campagna di solidarietà attraverso la piattaforma GoFundMe per sostenere le spese legali del comandante. Un’iniziativa che testimonia il profondo legame tra il maresciallo e la comunità che ha servito con dedizione.

“Comandante, siamo con lei” recita il maxi-striscione apparso nel centro del paese, simbolo tangibile del sostegno popolare. Un messaggio che risuona nelle parole dei cittadini, unanimi nel ricordare la professionalità e l’impegno di Masini per la sicurezza del territorio.

LA PARADOSSALE DANZA DEI POTENTI: TWEET DI SOSTEGNO DA CHI POTREBBE CAMBIARE LE REGOLE

La vicenda ha attirato l’attenzione nazionale, con interventi di diverse figure politiche. Il vicepremier Salvini con un post su Facebook ha parlato di “eccesso di pazienza” anziché di legittima difesa.

È la fotografia perfetta dell’Italia 2025: ministri e parlamentari che si affannano a manifestare solidarietà sui social network, dimenticando che sono proprio loro a poter presentare, discutere e approvare le riforme necessarie. Un cortocircuito mediatico dove chi ha il potere di cambiare le regole si limita a commentarle, come fosse un qualunque utente dei social.

La maggioranza di governo, invece di convocare riunioni urgenti per rivedere la normativa sulla legittima difesa, si accontenta di una gara a chi pubblica il messaggio più accalorato di sostegno. Una sorta di karaoke della solidarietà dove chi potrebbe riscrivere le regole preferisce limitarsi a criticarle pubblicamente.

Un teatrino che lascia l’amaro in bocca: mentre il maresciallo Masini affronta le conseguenze concrete di un sistema che tutti criticano, chi ha il potere di cambiarlo preferisce la via più comoda del like facile. La domanda sorge spontanea: a cosa serve avere le chiavi del Parlamento se poi si preferisce usare solo quelle della tastiera?

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