Esteri

Colpita palestra base italiana in Libano: Tajani chiede conto a Israele, mentre spunta il piano di pace di Trump

Escalation di tensione sul fronte libanese mentre emergono nuovi sviluppi diplomatici nella complessa crisi mediorientale. Il 15 novembre ha segnato un punto critico nelle relazioni tra Israele e le forze internazionali di pace.

Base italiana sotto attacco

Un grave episodio ha coinvolto la base italiana dell’UNIFIL a Shama, in Libano, dove un proiettile di artiglieria inesploso ha colpito la palestra della struttura. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha immediatamente contattato il suo omologo israeliano Gideon Saar, definendo l’accaduto “inaccettabile” e richiedendo maggiori garanzie per la sicurezza dei militari italiani impegnati nella missione di pace.

Prospettive di pace e piano di cessate il fuoco

Parallelamente, emerge un piano di cessate il fuoco per il Libano, illustrato dal ministro israeliano Ron Dermer a Donald Trump a Mar-a-Lago. La proposta prevede il ritiro delle forze di Hezbollah a nord del fiume Litani, con l’esercito libanese e le forze ONU incaricate di mantenere la zona demilitarizzata. Hamas si è dichiarata “pronta” al cessate il fuoco, sollecitando Trump a esercitare pressioni su Israele.

Nuove tensioni a Beirut

La situazione resta tesa nella periferia sud di Beirut, dove questa mattina si sono registrati nuovi attacchi dopo un ordine di evacuazione emanato dall’esercito israeliano. L’IDF ha avvertito i residenti della zona di Ghobeiry della presenza di “installazioni affiliate a Hezbollah” che sarebbero state oggetto di imminenti operazioni militari.

Sviluppi diplomatici

Sul fronte diplomatico, il dialogo resta aperto ma complesso. Il colloquio tra Tajani e Saar ha portato alla promessa di un’immediata inchiesta sull’incidente alla base UNIFIL, mentre la comunità internazionale continua a lavorare per evitare un’ulteriore escalation del conflitto.

La situazione in Medio Oriente rimane estremamente volatile, con la comunità internazionale che cerca di bilanciare le esigenze di sicurezza con gli sforzi diplomatici per raggiungere una stabilità duratura nella regione.

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