COLONNELLO CC SULLA “TRATTATIVA”: “GOVERNO NON RINNOVÒ IL CARCERE DURO A 300 CONDANNATI, MA IL GOVERNO, CHI?”
Sono sempre stato uno sbirro di campagna- è il commento sui social del Colonnello Salvino Paternò sulla sentenza riguardante la trattativa Stato/Mafia – uno di quelli che ragiona in maniera semplice, che valuta fatti e circostanze sulla base di logiche elementari.
A dirla tutta, confesso che non ho mai amato i reparti speciali; per me l’unico vero super poliziotto è solo il comandante di stazione o il dirigente del commissariato che, senza maschere, indennità e super poteri combatte ogni giorno la criminalità a volto scoperto, vivendo nel territorio ove opera.
Detto questo e premesso di non conoscere gli atti del processo sulla cosiddetta “trattativa Stato – Mafia” (se non quello che riportano i giornalisti o pseudo-tali), c’è una cosa che non riesco assolutamente a comprendere e che mi arrovella il cervello. Da una parte c’erano i mafiosi che all’epoca formulavano le minacce, e sappiamo chi erano, dall’altro c’erano i carabinieri del ROS latori di tali messaggi mafiosi, e sappiamo chi erano, infine ci stavano i rappresentanti politici delle istituzioni destinatari di tali estorsioni…e qui mi cala la nebbia…chi erano costoro?
Si sostiene che i boss di Cosa Nostra per far cessare le stragi, pretendevano un’attenuazione del rigore carcerario per i loro compari sottoposti al 41 bis, e si sostiene che il governo intimidito non rinnovò il carcere duro a circa 300 condannati per reati gravi. Ma, scusate, il Governo, chi? Quale governante prese tale decisione? E se tale provvedimento fu preso sotto minaccia, per quale motivo tra gli imputati non compare alcun ministro della giustizia, o dell’interno, né alcun presidente della Repubblica. Insomma…con chi trattavano sti mafiosi? I carabinieri del Ros a chi inoltravano le minacce?
Coloro che esercitano una pubblica funzione, legislativa, giurisdizionale o amministrativa (ministri e parlamentari) sono pubblici ufficiali e, come tali, se subiscono una intimidazione, indipendentemente dalla sua efficacia, hanno l’obbligo di denunciarla, altrimenti commettono omissione di atti d’ufficio.
Ebbene, dal 93 al 94, quale rappresentante istituzionale contattato dal Ros ha mai presentato denuncia? E se non l’ha fatto, perché non è finito alla sbarra?
Lo so, sono sempre stato un semplice sbirro di campagna che ragiona in maniera semplice e oggi – conclude il Colonnello Paternò – sulla base di logiche elementari, ritengo che mancando i destinatari finali, ci troviamo di fronte a minacce fantasma presentate a dei fantasmi…in uno Stato fantasma.