Codice Rosso, vittime in pericolo e “flop” braccialetti elettronici: centinaia di falsi allarmi. Centrali Operative in TILT: Radiomobile e Stazioni sottratte alla sicurezza del territorio
Il Segretario Generale dell’U.S.M.I.A. Carabinieri, Carmine Caforio, in una lettera inviata ai Ministri competenti (Giustizia, Interno, Difesa) e al Comando Generale dell’Arma, ha segnalato le gravi problematiche legate al malfunzionamento dei “braccialetti elettronici”; dispositivi progettati per monitorare soggetti socialmente pericolosi e/o sottoposti a misure restrittive della libertà personale, nonché garantire la protezione delle vittime di codice rosso dai loro persecutori. Una situazione che presto potrebbe diventare ingestibile, compromettendo l’efficacia e l’efficienza delle Forze di Polizia.
Se non verranno adottati urgenti rimedi – sottolinea Caforio – il dispositivo, originariamente concepito per migliorare la sicurezza, rischia di peggiorarla, diventando uno strumento poco credibile e, soprattutto, incontrollato. Basterebbe acquisire i dati degli operatori, quotidianamente sottratti dal pronto intervento e dal controllo del territorio a causa dei “falsi allarmi da braccialetto”, per comprendere l’entità del problema. Siamo certi che i riscontri emersi – qualora diffusi – susciterebbero forte indignazione nell’opinione pubblica, aumentando sfiducia nella politica e nelle istituzioni.
L’U.S.M.I.A. Carabinieri, sulla base delle numerose lamentale, segnala altresì che “l’eccessivo e inutile controllo di polizia” causa ansia nelle vittime, tensione nei soggetti sottoposti alla misura e demotivazione nelle Forze dell’Ordine, mettendo in luce l’inerzia di un sistema “in avaria” che, peraltro, espone il personale proposto a inutili rischi e responsabilità, anche di natura penale.
Questi i motivi principali che hanno indotto Caforio a rivolgersi alle Autorità politiche e militari, affinché:
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l’ente concessionario dei braccialetti effettui, con la dovuta solerzia, le necessarie verifiche sugli allarmi scaturiti da malfunzionamenti/anomalie, così evitando la constatazione dei “falsi allarmi” da parte delle pattuglie;
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siano semplificate e tenute costantemente aggiornate le disposizioni di settore, al fine di scongiurare ogni dubbio interpretativo negli operatori e tutelare anche la loro posizione giuridica;
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pongano in essere ogni utile iniziativa legislativa o attuativa/regolamentare, volta al definitivo superamento della criticità rappresentata;
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siano ripianati, con urgenza, gli organici delle Centrali Operative, al fine di rispondere alle effettive esigenze, richieste dal peculiare e delicato compito; non è raro che il personale preposto sia costretto ad effettuare turni programmati che vadano oltre le ore giornaliere contrattualmente previste, rinunciando, talvolta, al riposo settimanale e alla licenza (condizioni, queste, che non consentono un adeguato ricondizionamento psicofisico, esponendo i militari alla sindrome del “burnout”, anche in violazione delle vigenti norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro).
Caforio conclude: “USMIA Carabinieri auspica che tali richieste vengano recepite ed esaminate dalle Autorità interessate con la doverosa attenzione e tradotte in risposte risolutive, anche al fine di recuperare preziose risorse da destinare al controllo del territorio.
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