Editoriale

Close Quarters Combat- Ecco come ora avverranno i combattimenti nelle strade di Kiev

Con l’avvicinamento dei russi ai centri urbani assisteremo verosimilmente a un cambiamento nelle tattiche impiegate. L’intelligence americana ha previsto la caduta di Kiev entro cento ore dall’inizio dell’invasione, ma è difficile prevedere se le forze russe saranno capaci di impedire ai difensori di trincerarsi dentro alle città.

Nel caso i russi non riuscissero ad aggirare le roccaforti urbane, i diversi assedi rappresenteranno la prova del nove della strategia russa di bombardamenti mirati. A scanso di equivoci, l’approccio russo di evitare bombardamenti a tappeto non rappresenta un particolare riguardo per i civili, specialmente nel momento in cui i combattimenti entreranno in zone più densamente abitate. Città come Kiev, con un alto tasso di edifici in cemento, offre parecchie opportunità per fortificare punti difensivi disseminati attorno ai nodi strategici della città.

Man mano che la battaglia si fa più aspra, la creazione di rovine e detriti complica l’avanzata dell’attaccante – anche per questo i russi hanno evitato bombardamenti su ampia scala – aumentando anche i rischi di imboscata e creando punti ciechi in cui potrebbero trovarsi trappole esplosive oppure uno dei numerosi civili mobilitati e armati di molotov.

COME AVVIENE LA GUERRIGLIA URBANA

Progettazione dettagliata 

Idealmente, il capo della squadra d’assalto raccoglie tutte le informazioni disponibili sulla scena della crisi, sui bersagli e sugli innocenti. Il leader illustra e discute il piano proposto, delineando le azioni e le responsabilità di ciascuna squadra, l’ubicazione, i campi di fuoco e i compiti speciali (anche fino al punto di una disposizione dell’obiettivo parete per parete e porta per porta, ove disponibile ). Poiché la squadra d’assalto di solito ha già una formazione specializzata, l’operazione si basa su una procedura operativa permanente ben compresa e prestabilita. 

In una situazione di stallo prolungata, gli aggressori a volte possono portare attrezzature specializzate per sondare l’interno di un’area ben difesa. Telecamere termiche sensibili possono aiutare a localizzare gli occupanti e il personale di sorveglianza può far passare microfoni e telecamere a fibra ottica attraverso pareti, soffitti e pavimenti. 

Sorpresa 

L’obiettivo è completare tutte le azioni offensive prima che la parte coinvolta sia in grado di reagire. Per ottenere questo elemento di sorpresa, le squadre di ingresso usano il movimento invisibile e la disciplina del rumore/luce per avvicinarsi il più possibile ai bersagli. 

L’aggressione arriva nel momento meno aspettato, tenendo conto della fatica, dei normali periodi di sonno e di altri fattori che sminuiscono la vigilanza del bersaglio. Emergenze organizzate, come un finto incidente automobilistico, un incendio o un’esplosione vicino al luogo della crisi, possono distogliere l’attenzione del bersaglio dagli elementi aggressori. Per distrarre e disorientare i bersagli possono essere impiegati dispositivi di sfondamento e diversione esplosivi, come flashbang , fumogeni o granate a gas. I negoziatori possono provare a manipolare i difensori in una posizione più vulnerabile o convincerli che la loro posizione non sarà presa d’assalto. 

Le tattiche di ingresso dinamico devono essere rapide e aggressive, idealmente un flusso continuo che utilizza una forza schiacciante che non si ferma finché la minaccia non viene eliminata.

Nella stragrande maggioranza delle operazioni di salvataggio di ostaggi e di altre operazioni CQC dinamiche si utilizzano più attacchi simultanei da diversi punti di ingresso per sovraccaricare la capacità del bersaglio di reagire in modo efficace.

Una volta iniziato l’assalto, la squadra deve acquisire il controllo prima che il bersaglio capisca cosa stia succedendo e possa preparare una difesa efficace o organizzare un contrattacco. I difensori a volte hanno un piano di emergenza che potrebbe far fallire l’attacco all’istante, come uccidere ostaggi, far esplodere bombe o distruggere prove.

ORIGINI DEL COMBATIVES O CQC – CLOSE QUARTERS COMBAT

Il Combatives, a volte chiamato Close Quarters Combat (CQC o combattimento ravvicinato), è un approccio di derivazione Militare e Law Enforcement sviluppatosi agli inizi della seconda guerra mondiale (WWII). Tra i “padri fondatori” senza dubbio ritroviamo gli inglesi William E. Fairbairn e Eric A.Sykes, noti anche per il progetto del famoso stiletto dei SAS chiamato appunto Fairbairn-Sykes fighting knife, progetto evoluto successivamente dal Col. Rex Applegate (famoso appunto per la daga Fairbairn-Applegate). Fairbairn e Sykes avevano lavorato nelle forze armate britanniche e negli anni 20 furono assegnati alla polizia municipale della città di Shanghai (allora una delle città più pericolose al mondo) a cui insegnarono le loro tecniche.

Avendo l’esigenza di addestrare quegli uomini in tempi relativamente brevi, elaborarono delle tecniche che dovevano risultare rapide, semplici, invasive e di riflesso efficaci sia per il combattimento a mani nude che con armi. Un addestramento simile fu fornito ai Commandos Britannici, alla prima forza Speciale (Special Service Force), all’Office of Strategic Services (OSS) ai Rangers dell’esercito e ai Marines (Raiders).

Altri sistemi di combattimento che hanno origini nelle forze armate moderne sono il cinese Sanshou, il sovietico Bojewoje (combattimento), il Sambo e il Kapap israeliano.

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