Polizia

Christian Di Martino è sveglio: il poliziotto accoltellato da un marocchino a Lambrate ora risponde alle domande

Christian Di Martino, il poliziotto accoltellato alla stazione di Lambrate giovedì scorso e ricoverato all’ospedale di Niguarda, è sveglio, gli hanno tolto il tubo per la respirazione, respira autonomamente, risponde correttamente alle poche domande che gli vengono fatte. È quanto si apprende da fonti informate.

Christian Di Martino sveglio, cosa è successo

Gli allievi agenti della Polizia di Stato della scuola di Peschiera del Garda hanno voluto spontaneamente riunirsi questa mattina per inviare un messaggio di affetto e vicinanza al vice ispettore. Il video, in cui gli allievi esprimono il loro sostegno con un «Forza Christian!» esclamato a gran voce, è stato pubblicato sui profili ufficiali della Polizia di Stato e sta ricevendo migliaia di interazioni e di messaggi di affetto da parte di tantissimi cittadini. Fra le migliaia di cittadini che hanno condiviso il video anche la presidente del consiglio Giorgia Meloni.

COSA ERA SUCCESSO

Di Martino, 35 anni, era stato sottoposto a lunghi e delicatissimi interventi per ridurre l’emorragia causata dalle tre coltellate inferte dal marocchino Hasan Hami. L’immigrato prima aveva scagliato pietre contro i convogli in stazione, ferendo leggermente alla testa una donna e poi, per non essere preso, aveva accoltellato Di Martino, perché il teaser non era riuscito a stordirlo. Il marocchino rimane in carcere per tentato omicidio perché il giudice mette in luce la «allarmante pericolosità» del 37enne, che «nel corso della sua lunghissima permanenza» in Italia da irregolare, «senza stabile dimora» e senza una «lecita attività», ha «fornito generalità sempre diverse».

Oltre che dai precedenti la sua pericolosità si evince «dall’abuso giornaliero e ingente di sostanze psicotrope», che aveva assunto anche quella sera. Solo «la prontezza degli agenti presenti» ha «impedito che l’azione» di Hasan «giungesse a consumazione» e «solo il tempestivo intervento chirurgico» ha «scongiurato» la morte, «pur essendo il vice Ispettore ancora in pericolo».

Non corre invece pericolo di vita – la prognosi è di 60 giorni – l’egiziano di 27 anni, richiedente asilo, colpito la notte del 9 maggio con un colpo di pistola alla spalla e dal taser nei pressi della stazione Centrale di Milano. Una scena ripresa dalle telecamere di sorveglianza che da quanto si è saputo, riprendono l’uomo, molto alterato, avanzare verso i poliziotti brandendo delle pietre, ed essere colpito da un colpo d’arma da fuoco partito dalla pistola di uno dei nove agenti presenti e contemporaneamente dal taser. Il marocchino, ora in ospedale, è indagato per violenza e minacce a pubblico ufficiale, resistenza e oltraggio. «Nessuna tolleranza e nessuna comprensione verso chi vuole portarci la guerra in casa, arrivando ad attentare alla vita delle Forze dell’ordine», reagisce il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini: «Mi auguro che, anche a sinistra, si convincano dell’importanza dei centri per il rimpatrio» E di Cpr il governo ha intenzione di realizzarne di nuovi.

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