(di Massimo Montebove) – 300 presidi di polizia stradale, polfer, postale, frontiera più alcuni
reparti speciali, come squadre nautiche e pattuglie ippomontate, soppressi in
tutta Italia entro la prossima primavera. I tagli della spending review del
Viminale, congelati alla vigilia delle ultime elezioni europee, tornano
prepotentemente alla ribalta.
Sia chiaro. I poliziotti degli uffici e dei reparti soppressi continueranno
a prendere lo stipendio, saranno solo trasferiti altrove. A preoccuparsi
dovrebbero essere piuttosto i cittadini. Ad esempio, azzerando la polizia
postale e delle comunicazioni in tutte le province italiane – con
l’eccezione dei capoluoghi e di qualche grande città – si infligge un colpo non
da poco a molte indagini in materia reati pedo-pornografici on line e truffe
informatiche. Tra qualche mese, infatti, le procure della Repubblica di Asti,
Enna, Livorno o Ascoli non potranno più affidare le indagini ai poliziotti
delle loro città, ma dovranno far riferimento al capoluogo regionale. Ci
saranno evidentemente dei rallentamenti se non addirittura delle impossibilità
ad operare. Chiudere poi posti di polizia ferroviaria non favorisce
certo la sicurezza delle stazioni medio/piccole, già oggi abbandonate a se
stesse. Per non parlare dei presidi della stradale, oltre a 50 squadre nautiche
soppresse e all’azzeramento della polizia a cavallo che sparirà da grandi città
come Firenze.
I risparmi stimati da questa operazione? Pochi milioni di euro,
perché le retribuzioni degli agenti saranno ovviamente sempre corrisposte e gli
affitti della maggior parte di questi uffici in via di chiusura sono oggi a
carico di società come ferrovie, autostrade e poste. Allora perché vengono
fatti questi tagli, che coinvolgeranno nel 2015 anche qualche centinaio di
stazioni dei carabinieri e della finanza? Per dimostrare che una qualche
riforma della sicurezza viene pur fatta, mantenendo in piedi però tutto
l’attuale apparato con i suoi sprechi e le sue inefficienze. Una ‘riformicchia’
che tagliuzza qualche ufficio di polizia qua e là, che peggiora la sicurezza
dei cittadini, che non produce risparmi veri e che soprattutto non tocca il
tema dei temi: quello della riduzione del numero dei corpi dello stato. Perché
non mi stancherò mai di ripetere che siamo l’unico paese al mondo con 5 forze
di polizia a carattere nazionale più 2 locali, senza contare vigili del fuoco e
guardia costiera. Troppi interessi in gioco. Molto più facile chiudere la
polfer di Fabriano, la postale di Cuneo o la stazione dei carabinieri della
frazione montana di Pracchia, unico presidio di sicurezza in quelle
meravigliose alture.