Carabinieri

Caso Ramy, Carabinieri “Non abbiamo cancellato i filmati”. Le iene “faremo accertamento tecnico su telefono testimone”

GIUSTIZIA MEDIATICA: Quando le prove passano dalle redazioni e non dalle procure

“Leggiamo oggi sul quotidiano Libero che il Comando Generale dei Carabinieri ha commentato il nostro servizio sul caso della morte di Ramy Elgaml, il giovane deceduto a seguito di un inseguimento a Milano lo scorso 24 novembre – così la trasmissione ‘Le Iene’ in una nota – L’articolo riporta: ‘Quanto alla storia dei presunti video dell’incidente, rilanciata anche dal programma di Mediaset ‘Le Iene’ (‘I carabinieri hanno cancellato dei video’, hanno raccontato due testimoni anonimi, sostenendo che il mezzo su cui viaggiava il ragazzo ‘non sarebbe scivolato, ma sarebbe stato urtato dall’auto delle forze dell’ordine’), arriva un’altra smentita. Nessuno ha fatto cancellare filmati a qualcuno, ‘l’Arma dei Carabinieri non ha mai fatto, ne farà mai cose del genere, sia chiaro a tutti’”.

Spunta secondo testimone

“Anche noi, che nutriamo estrema fiducia nell’operato delle forze dell’ordine, non possiamo credere che possano accadere presunti abusi come quelli che ci sono stati riferiti – si legge ancora – Tuttavia, non abbiamo raccolto solo la dichiarazione anonima che abbiamo mandato in onda, abbiamo incontrato anche un altro testimone, anche lui non appartenente alla comitiva dei ragazzi di Corvetto, che ci ha fornito un racconto pressoché identico. Anche questo secondo testimone ci ha riferito che era casualmente presente sul luogo dell’incidente, e che avrebbe iniziato a riprendere avendo udito a distanza il forte rumore dello scooter e delle sirene in avvicinamento. Anche lui racconta che avrebbe ripreso il momento dell’incidente, anche lui racconta che sarebbe stato intimato dai carabinieri presenti sul posto di interrompere la registrazione, e poi sarebbe stato costretto a cancellare il video appena fatto. Dichiara oltretutto di essere stato identificato”.

Le Iene, ‘Domenica la prova nel cellulare del teste’

“Per offrire elementi a sostegno della sua dichiarazione – spiega la trasmissione di Italia 1- il testimone ha consegnato alle Iene il suo telefonino per poter effettuare ogni possibile accertamento tecnico che potesse avvalorare la sua versione, soprattutto nel tentativo di poter recuperare il video cancellato, che potrebbe definitivamente chiarire la dinamica dell’incidente. Nel corso della puntata di domenica 8 dicembre sarà mostrata questa nuova testimonianza, e, speriamo, i risultati di questi accertamenti tecnici. Siamo naturalmente a disposizione di chi, Forze dell’Ordine comprese, volesse a sua volta riferire ogni indicazione utile a chiarire quanto accaduto, unico scopo dell’inchiesta che stiamo facendo”.

LA DERIVA MEDIATICA: Prove ai giornalisti anziché agli inquirenti

In un preoccupante rovesciamento dei ruoli istituzionali, la cronaca giudiziaria italiana sta assumendo contorni sempre più anomali. Gli accertamenti tecnici, strumento investigativo per eccellenza, vengono oggi curiosamente disposti dalle redazioni televisive anziché dalle Procure della Repubblica.

I testimoni, in una singolare distorsione procedurale, scelgono di consegnare elementi potenzialmente probatori ai media invece che agli organi inquirenti, alterando così la naturale catena di acquisizione delle fonti di prova. In questo scenario, l’attività investigativa viene di fatto esercitata da professionisti dell’informazione invece che dai corpi di polizia giudiziaria, determinando una sovrapposizione di competenze che rischia di compromettere l’integrità stessa delle indagini.

Un circo mediatico-giudiziario dove la ricerca della verità si misura in punti di share, le prove si raccolgono tra una pubblicità e l’altra, e le indagini corrono più veloci sui social che nei corridoi della questura. Una deriva che trasforma ogni caso giudiziario in una puntata di serie tv, dove il confine tra giustizia e intrattenimento diventa sempre più sottile, in un sistema dove la sentenza mediatica precede – e spesso sostituisce – quella dei tribunali.

 

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