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Carabinieri: Comandante di Stazione allaccia la corrente della caserma all’alloggio di servizio. La condanna della Corte dei Conti

La Corte dei Conti del Veneto con una recente sentenza ha condannato un Maresciallo Aiutante dei Carabinieri, all’epoca dei fatti Comandante della Stazione Carabinieri di Barbarano Vicentino (VI) al risarcimento del complessivo danno pari a euro 1.500,00, di cui euro 1.000,00 a titolo di danno all’immagine ed euro 500,00 a titolo di danno patrimoniale, in favore del Ministero della Difesa – Legione Carabinieri Veneto, oltre rivalutazione monetaria secondo gli indici ISTAT, interessi legali e spese di giudizio.

 

Al predetto militare era stato contestato il reato di “furto militare pluriaggravato” poiché durante il periodo in cui prestava servizio presso la stazione CC di Barbarano Vicentino (VI), “in qualità di Comandante della Stazione, nei mesi da aprile 2014 a luglio 2014, al fine di trarne profitto, s’impossessava di energia elettrica, in quantità pari ad un valore complessivo di circa cinquecento euro (€ 500,00), sottraendola a quella fornita dalla società ESTENERGY S.p.a. alla Stazione dei Carabinieri di Barbarano Vicentino, mediante allacciamento abusivo alla rete elettrica dell’ente militare, utilizzando un cavo con cui attingeva corrente che veniva erogata nel proprio alloggio di servizio. Con l’aggravante di essere militare rivestito di un grado, dell’avere commesso il fatto ai danni dell’amministrazione militare e di essersi avvalso di un mezzo fraudolento. Fatto commesso da aprile a luglio 2014 e, comunque accertato il 18 luglio 2014”.

Ciò posto, secondo la Corte dei Conti, sarebbero sussistenti gli elementi costitutivi della responsabilità amministrativa, ricostruiti in base alla documentazione probatoria successivamente acquisita presso il Comando Legione Carabinieri “Veneto” e presso gli Uffici giudiziari competenti.

La condotta veniva sanzionata con la reclusione, sebbene ridotta nella sentenza della Corte militare di appello (in considerazione della delimitazione del contesto temporale in cui la condotta si sarebbe realizzata).

In entrambe le sentenze, si stigmatizzano le modalità dolose e fraudolente della condotta, sostanziatasi nel cd. “furto militare” e la gravità delle violazioni perpetuate dal maresciallo, avuto riguardo al grado e ai doveri propri del militare e, in particolare, di un Comandante di stazione dei carabinieri, tanto che, nonostante le richieste della difesa dell’imputato, l’offesa arrecata al patrimonio dell’amministrazione militare e il danno non sono stati considerati di lieve entità e sono state applicate le aggravanti, essendo l’imputato “rivestito di grado”, avendo commesso il fatto ai danni dell’amministrazione militare ed essendosi avvalso di mezzi fraudolenti.

La sottrazione di energia elettrica dall’impianto della Stazione dei Carabinieri ha inoltre provocato malfunzionamenti, con incidenza anche sull’interesse del servizio militare.

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