CARABINIERI AGGREDITI E DENUNCIATI: NON ABBIAMO I MEZZI PER DIFENDERCI ADEGUATAMENTE E OPERARE IN SICUREZZA E EFFICIENZA
Uniformi antiquate e dispositivi insufficienti in dotazione ai Carabinieri della linea territoriale operativa costretti a confrontarsi quotidianamente con una criminalità moderna sempre più insidiosa e all’avanguardia – questo è quanto ribadiscono fermamente i delegati militari Carmine Caforio e Giuseppe La Fortuna – promotori di numerosi interventi sull’efficienza e la sicurezza degli operatori di polizia tra cui l’ormai nota delibera “LA VITA NON HA PREZZO”.
Intanto, coraggiosi uomini e donne dell’Arma, continuano a svolgere il loro dovere privi delle dotazioni necessarie per immobilizzare soggetti facinorosi in escandescenza, spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche/stupefacenti, magari anche feriti, che minacciano il contagio attraverso sputi e schizzi di sangue infetto. In altri casi, ci si trova costretti a rischiare la vita per avvicinarsi pericolosamente a malviventi che brandiscono armi bianche pur di disarmarli rispettando il rigoroso criterio di proporzionalità tra offesa e difesa imposto, giustamente, dalla Legge. CHI DIFENDE QUESTI CARABINIERI QUANDO A SEGUITO DI UNA LEGITTIMA AZIONE COERCITIVA, A SUBIRE LA PEGGIO È IL RIBELLE DA ASSICURARE ALLA GIUSTIZIA?
Sono sempre di più i Carabinieri feriti a causa di aggressioni e successivamente sottoposti a procedimenti penali, spesso connessi con provvedimenti amministrativi (es. trasferimenti), che subiscono danni irreversibili di carriera e gravissime ripercussioni sulla serenità, i progetti e le abitudini delle loro famiglie; così, in certe situazioni, gli sfortunati destinatari, non riuscendo a dimostrare in sede processuale alcune circostanze irripetibili riconducibili alla loro legittima azione, vengono accusati e magari (anche) condannati per ipotesi di reato valutate come eccessi colposi. A tutto ciò si aggiunge l’incontrollata diffusione mediatica di notizie, in alcuni casi, distorte o manipolate che, non di rado, infliggono, nei confronti degli stessi militari, responsabilità premature e soprattutto infondate. Tali fattori determinano, anche nel personale non direttamente interessato, un senso di disorientamento, forte demotivazione e il timore di trovarsi, a loro volta, coinvolti in analoghe vicende.
Non si possono più accettare simili condizioni – continuano i delegati Caforio e La Fortuna -; è passato molto tempo e se ne spreca altrettanto per assistere, confortare e soprattutto calmare un numero sempre maggiore di militari coinvolti in simili episodi. Se venisse attuato un sondaggio per accertare quanti Carabinieri subiscono lesioni o vengono contagiati da infezioni/virus, soprattutto a causa della carenza di dispositivi idonei – affermano i delegati Caforio e La Fortuna – emergerebbero dati inquietanti che, a ben vedere, determinano, altresì, un’ulteriore riduzione delle risorse impiegate sul territorio; basti pensare a quanti Carabinieri feriti in servizio fruiscono di riposi medici e prolungate convalescenze, beneficiano di spese sanitarie e profilassi (spesso non sovvenzionate dall’Amministrazione), indennizzi di vario genere, pensioni privilegiate ed altro, TUTTO A DISCAPITO DELLA SICUREZZA, CON DEVASTANTI RIPERCUSSIONI SUL BILANCIO ECONOMICO DELLO STATO.
Ad esempio, nell’ottica della SPENDING REVIEW, perché non si adotta un immediato provvedimento che vieti categoricamente l’uso dell’inutile e soprattutto pericolosa BANDOLIERA il cui costo sembrerebbe aggirarsi intorno ad un 100naio di EURO? Se la matematica non è un’opinione – sostengono i delegati militari – riducendo la richiesta ad un terzo a livello nazionale, (solo per assicurare le residuali esigenze di rappresentanza legate all’importante simbolo storico) l’Amministrazione, con la cospicua somma recuperata, sarebbe in grado di acquistare migliaia di accessori per rendere più sicuro ed efficiente il servizio dei suoi Carabinieri: QUESTO SI’ CHE SIGNIFICHEREBBE RIDURRE LA SPESA PUBBLICA MIGLIORANDONE L’EFFICIENZA E L’EFFICACIA! Qualche mese fa – raccontano sconcertati Caforio e La Fortuna – ad un Carabiniere della Sezione Motociclisti di Roma, mentre effettuava servizio di scorta e viabilità, si è sganciata improvvisamente la bandoliera che, come un proiettile, ha sfiorato alcuni utenti della strada, e solo per fortuna, è stata scongiurata una disgrazia annunciata da tempo. Appaiono innumerevoli gli incidenti che, in qualche modo, sono connessi all’uso della bandoliera, sottolineano gli stessi delegati che si domandano: E’ POSSIBILE CHE IN ITALIA, PER FAR SI’ CHE QUALCUNO ADOTTI UN PROVVEDIMENTO URGENTE, NON BASTI DENUNCIARE UN PERICOLO CONCRETO MA DEBBA PRIMA AVVENIRE UNA TRAGEDIA?
Intanto i Carabinieri hanno imparato bene l’arte di arrangiarsi con risorse personali approntando le loro uniformi con fondine moderne, torce tascabili, spray al peperoncino, auricolari per radio portatili e tanto altro –sottolineano amareggiati Caforio e La Fortuna –; “siamo stufi di chiedere “L’ELEMOSINA” per ottenere quello che ci spetta”, manifestano a voce alta sempre più militari appartenenti a NUCLEI OPERATIVI e RADIOMOBILI di COMPAGNIA, PMZ, STAZIONI e altri Reparti impegnati nel controllo del territorio. L’indispensabile modernizzazione delle uniformi – concludono i delegati militari – consentirebbe di agire, e soprattutto difendersi, a “MANI LIBERE” attraverso UN’AZIONE LEGITTIMA, SICURA, RAPIDA E QUINDI ADEGUATAMENTE PROPORZIONATA ALLA MINACCIA DA REPRIMERE. Per adesso non ci resta che sperare che un Carabiniere, reggendo in mano la radio portatile, intralciato dalla BANDOLIERA, rallentato nell’estrazione della pistola “BLOCCATA” nell’antiquata fondina, OLTRETUTTO POSIZIONATA SUL LATO SINISTRO DELL’UNIFORME (in contrasto con le nuove tecniche di addestramento al tiro), incontri un malvivente che non abbia una buona mira o che la sua arma da fuoco s’inceppi ….
FORSE QUALCHE CARABINIERE NON HA AVUTO QUESTA FORTUNA E PURTROPPO NON HA POTUTO RACCONTARE LA SUA DRAMMATICA FINE, DETERMINATA DALLE CIRCOSTANZE E NON DAL DESTINO!