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Carabinieri a Gaza: la richiesta degli USA all’Italia per gestire la tregua

 La richiesta e’ arrivata direttamente dal Segretario di Stato Americano Antony Blinken: inviare un contingente di Carabinieri a Gaza per gestire una possibile tregua nella striscia. Quello che potrebbe costituire un secondo fronte per i militari italiani dopo il Libano, e’ stato reso noto dal Ministro della Difesa Guido Crosetto in un discorso durante la cerimonia di avvicendamento del nuovo capo di Stato Maggiore della Difesa a Ciampino.

“Nei momenti di difficoltà e nei luoghi peggiori, come adesso a Gaza, viene chiesto l’aiuto di duecento carabinieri italiani. Serve un approccio italiano perché probabilmente il nostro modo di svolgere le missioni internazionali da parte di tutte le forze armate, in questo caso dei Carabinieri, ci ha resi credibili e ci ha resi capaci di gettare ponti anche tra sponde che non comunicano e di essere in quella zona accettati sia da Israele sia da parte dei palestinesi”.

Allo studio fattibilita’ e sicurezza del nuovo invio

Crosetto sta ora valutando le “condizioni di fattibilita’ e di sicurezza” del nuovo invio. A precedere la missione italiana nella Striscia potrebbe essere un ritorno dei militari italiani a Gerico, in Cisgiordania, dove fino allo scorso ottobre erano impegnati nell’addestramento dei poliziotti palestinesi,. Il ritiro era avvenuto a causa delle crescenti tensioni in Palestina dovute all’invasione di Gaza da parte dell’esercito israeliano per gli attacchi di Hamas.

L’Italia ha gia’ 1200 unita’ dispiegate sotto le bandiere dell’ONU con la missione UNIFIL nel Libano meridionale. L’auspicio italiano e’ che, in uno dei prossimi Consigli di Sicurezza dell’ONU vengano decise modifiche al mandato dei caschi blu tra cui: introdurre l’accesso agli spazi privati, l’utilizzo di droni e di visori laser notturni, maggiori libertà di
movimento e diversi equipaggiamenti che permetterebbero di individuare in maniera più efficace le postazioni di Hezbollah, anche in funzione di deterrenza, evitando così l’escalation degli sconfinamenti israeliani.

Ieri il sottosegretario Onu al peacekeeping Jean-Pierre Lacroix ha detto ai giornalisti che i caschi blu di UNIFIL restano al loro posto – nonostante le richieste di Israele a un plotone irlandese di spostarsi di oltre 5 chilometri dalla Linea Blu per garantire la propria sicurezza – e forniscono l’unico tramite di comunicazione tra forze armate libanesi e quelle israeliane: “I caschi blu stanno facendo del loro meglio per porre in atto il mandato del Consiglio di Sicurezza in circostanze ovviamente molto difficili”, ha detto Lacroix, aggiungendo che piani di emergenza sono pronti per rispondere a un miglioramento o un peggioramento della situazione.

 

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