CARABINIERE UCCISE LA MOGLIE, I FAMILIARI CITANO MINISTERI: “L’ARMA NON FECE NULLA NONOSTANTE LE DENUNCE DELLA VITTIMA”
Rosanna Siciliano il 7 febbraio del 2011 aveva presentato una denuncia contro il marito dal quale stava per separarsi. “Vivo ormai in clima di vero terrore, mio marito mi ha colpita con pugni e schiaffi, ha continuato a colpirmi lasciandomi a terra sanguinante mentre chiedevo aiuto. La mia bambina di 5 anni era lì davanti e piangeva terrorizzata”. Così aveva scritto la donna esattamente un anno prima e aveva presentato querela alla procura. Il 7 febbraio 2012 suo marito, il carabiniere Rinaldo D’Alba, la uccise a colpi di pistola e si suicidò subito dopo con un colpo alla tempia. Le figlie di 12 e 7 anni erano in casa e la più grande sfondò la porta della camera da letto trovando morti i genitori.
Ora le due figlie con la nonna materna Rosaria Alessi e gli zii materni Ignazio, Manuela e Alessia Siciliano hanno citato la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero della Difesa e il ministero della Giustizia davanti al tribunale civile di Palermo chiedendo il risarcimento del danno. Secondo i familiari la vittima “si era rivolta alle forze dell’ordine prima di essere uccisa, aveva segnalato e denunciato l’ex marito che la intimidiva e sperava di trovare nello Stato un punto di appoggio, una protezione. Aveva raccontato ai carabinieri che il marito la minacciava, anche davanti alle figlie, che era violento, che la picchiava e le urlava contro spaventandola al punto da condurla a non volerlo più vedere”.
Gli avvocati Vanessa e Gabriele Fallica, che rappresentano i familiari di Rosanna Siciliano, ritengono sussista “una responsabilità dello Stato ed in particolar modo dell’Arma dei Carabinieri, per le gravi omissioni perpetrare nonostante le denunce fatte dalla vittima. Le figlie e i familiari della vittima dopo sei anni, non hanno ricevuto alcuna assistenza”. Noemi, la figlia maggiore, oggi ha 18 anni. A Repubblica, in un’intervista rilasciata nello scorso febbraio, aveva dichiarato: “Ho perdonato mio padre e credo ancora nell’amore”. Le due ragazze vivono con gli zii nell’Agrigentino.