CARABINIERE LOTTA CONTRO UN TUMORE, MA L’INPS TOGLIE LA PENSIONE PERCHE’ GRASSO
Abbiamo già raccontato il calvario di un carabiniere pluridecorato. Il medico dell’Inps lo aveva offeso solo perché si è permesso di chiedere il riconoscimento dell’accompagnamento per invalidità civile. “Ha affermato che le mia obesità è dovuta alle braciole di capra e ai medicinali che altri medici mi hanno chiesto di assumere; poi ha detto che il cancro è rientrato e che l’uranio impoverito che ho respirato in Bosnia e Kossovo non ha determinato alcuna malattia”. E siccome ai campani non manca il senso dell’ironia, ha chiesto al medico il foglio di rientro in servizio, “ma non è stato in grado di redigerlo. E come avrebbe potuto: non ho più il polmone destro e ho un tumore al cervello”.
Ora in un articolo di Davide Speranza per la CittàdiSalerno, l’ex carabiniere continua a raccontare la propria rabbia e tutte le spese affrontate per il ricorso all’INPS.
«Mi sono venduto la macchina per affrontare sia le spese per il ricorso contro il medico dell’Inps a causa del cui giudizio mi è stata abbassata la percentuale di invalidità, sia per l’acquisto di altri medicinali che mi servono per andare avanti, oltre che per le visite mediche che faccio dall’epatologo, radiologo, endocrinologo».
Le parole amare dell’ex carabiniere Francesco De Angelis denunciano una condizione ormai arrivata al limite. Tacciato di essere obeso a causa del cibo e, per questo, assoggettato ad una derubricazione dell’invalidità all’80 per cento, con conseguente perdita dei benefici della pensione, De Angelis, il carabiniere di Nocera Superiore detto “il napoletano”, ammalatosi a causa del contatto con l’uranio impoverito durante le missioni all’estero, è allo stremo delle forze. Quando si è recato per una visita presso l’Inps di Nocera Inferiore ha trovato una commissione che ha motivato la sua obesità col troppo mangiare, confermando che la malattia sarebbe rientrata. Ma De Angelis comunica tutta la sua perplessità: «Questo medico mi ha detto che la mia obesità non è data dai farmaci. Ma forse non sa che io sto seguendo un’alimentazione particolare per ammortizzare i medicinali. La malattia non è scomparsa, è regredita e sono un soggetto a rischio, incapace ad attendere a tutte quelle che potrebbero essere le mie funzioni. Sono soggetto a crisi epilettiche, prendo medicine antitumorali che costano allo Stato 10mila euro. Mi hanno diminuito la percentuale di invalidità quando quella stessa invalidità venti mesi fa era al 100 per cento. Il medico dice che mangio troppo – aggiunge – senza calcolare invece che il mio corpo è gonfio per le medicine devastanti che prendo». De Angelis, riformato per inabilità al lavoro, con divieto a qualsiasi impiego civile e militare presso l’ospedale militare di Bari, ha svolto quattro missioni: in Bosnia Erzegovina, in Albania e in Kosovo. Il carabiniere aveva fatto richiesta di accompagnamento per invalidità civile, adesso persa. Aveva chiesto alle massime autorità nazionali il riconoscimento della causa di servizio, in merito al tumore che sarebbe stato originato dall’esposizione all’uranio impoverito. Il documento era stato indirizzato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ai presidenti del Senato e della Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, al presidente del ConsiglioMatteo Renzi, al ministro della Difesa, Roberta Pinotti, al comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette.
Il male ha aggredito De Angelis a livello polmonare con metastasi encefaliche tanto da obbligare l’ex carabiniere a conseguenti sedute di radioterapia e chemioterapia. Un vero calvario, quello vissuto dal militare nocerino, la cui carriera è stata costellata di onorificenze, anche grazie ad operazioni anticamorra. Il dipartimento militare di medicina legale di Bari gli aveva riconosciuto una tabella A, categoria 1 per malattia contratta a causa di missioni compiute fuori dal territorio nazionale.
Ma poi De Angelis si è sentito abbandonato. «Dopo tutto quello che ho passato, devo essere maltrattato da una commissione. Chiedo, come malato, rispetto e professionalità». Ora l’intenzione è quella di organizzare una manifestazione a Montecitorio. «Manifesteremo io e miei colleghi, a favore di chi soffre della nostra stessa malattia, una malattia contratta all’estero, per aver fatto il nostro dovere».
Difficili le giornate di De Angelis, costretto per lo più a rimanere rinchiuso a casa per i gravi disagi di salute, un isolamento che certo non giova al suo umore, messo ulteriormente a dura prova da queste ultime vicessitudini burocratiche. «Qualche volta mi viene a prendere un amico per non farmi rimanere da solo e perennemente nello stesso ambiente. Ultimamente ho dovuto addirittura fare siringhe di cortisone per problemi al cervello causati dal forte stress a cui sono sottoposto per via di questa mia situazione».